Lettera per la Quaresima 2023

Caro Confratello,

la scorsa settimana visitavo, insieme al parroco, una delle nostre comunità. Seguendolo sono entrato in chiese, vicoli e palazzi, che consegnano un patrimonio di storia, d’arte e di cultura. Sulla piazza del paese chi usciva dal bar o dal negozio di alimentari scambiava due parole con il don, che chiedeva di un familiare malato e di quel figlio partito per lavoro. “La gente ci vuol bene – mi dice –, vede quello che facciamo per essere disponibili, anche col nostro andare casa per casa per le benedizioni; ci fa entrare volentieri, ma si direbbe che a rimanere fuori spesso sia proprio la fede…”.

Con una serata partecipata dalla città, venerdì abbiamo celebrato i cent’anni del Museo diocesano. Le nuove sale lasciano intuire quanto l’arte si sia ispirata all’esperienza cristiana e, a sua volta, abbia contribuito a plasmare il mondo spirituale di ciascuno. Lo stesso giorno i giornali pubblicavano i risultati di una campagna promossa dal FAI, alla quale ha risposto oltre 1 milione e mezzo di persone. “Colpisce un elemento molto chiaro e omogeneo – commenta il Corriere della Sera –: i primi tre Luoghi del cuore e ben 45 tra i 100 più votati in tutta Italia sono legati alla devozione religiosa popolare. È la prova che, se la pratica della fede è in crisi, alcuni edifici e contesti continuano a rappresentare eloquenti testimonianze di identità, di appartenenza, di affezione”.

Ora, nessuno di noi s’interpreta come un custode nostalgico del passato. Quella memoria diventa preziosa perché ci apre un sentiero alla verità e ci offre spunti con cui leggere la nostra condizione e la nostra relazione con Dio e con gli altri.

È l’ascesi a cui ci richiama il cammino quaresimale. Papa Francesco ci esorta a percorrerlo insieme, Chiesa pellegrina nel tempo, radicata nella tradizione e al tempo stesso aperta verso la novità. Ci indica nell’ascolto e nella fiducia due gli atteggiamenti di fondo, entrambi indispensabili nel metodo e nello stile ecclesiale: consentono di “non lasciar cadere nel vuoto la Parola di Dio, che ci viene offerta nella liturgia e nei fratelli, soprattutto nei volti e nelle storie di coloro che hanno bisogno di aiuto”; ci liberano da distrazioni, pigrizie e indifferenza; ci allargano lo sguardo, rendendoci partecipi di quanto accade: la persecuzione che colpisce la Chiesa in Nicaragua, l’intolleranza omicida del regime iraniano, la guerra d’invasione che da un anno martella il popolo ucraino, la tragedia che ha colpito Siria e Turchia (ai terremotati destineremo le offerte di domenica 26 marzo).

Iniziare questo tempo di conversione è grazia. Per non disperderla, può aiutarci l’assunzione di un impegno concreto a qualche gesto di bontà nascosta, di preghiera silenziosa, di perdono gratuito, di lascito testamentario (come ci esorta la campagna della Caritas). Sono segni che ci rinnovano interiormente; sono la via di una Chiesa che, mentre coglie il messaggio delle pietre del passato, non cessa di farsi lievito nella comunità degli uomini.

 

don Ivan, Vescovo

 

Perugia, 22 febbraio 2023

Mercoledì delle Ceneri

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