Il nostro Primo Maggio

Per sapere cosa succede quando dai il microfono ai giovani, avresti dovuto mescolarti al migliaio di ragazzi delle due giornate di formazione per le attività estive degli Oratori.

Avresti visto Alessia lasciare il cerchio delle quattro amiche e ascoltato da lei che la differenza sta nella misura in cui ti apri agli altri, li cerchi e ti rendi presenza amica, che infonde fiducia.

E Letizia, che – mentre racconta di come ha superato la fatica di accogliere – ti suscita la voglia di chiedere a lei e ai suoi coetanei di portare nella Chiesa la loro sensibilità, il bisogno di relazioni, la richiesta di gesti e di parole autentiche in cui possa esprimersi la vita.

Avresti apprezzato Daniele infilare le domande che l’hanno messo in cammino: “Cosa cerco? Che cosa mi rende davvero felice? Per chi impegnare questa vita?”

E poi don Daniele – “il Mala” – additare nel Crocifisso Qualcuno che non ti chiede, ma ti dà la vita. Una vita buona, perfino bella, non quand’è facile, ma quando la sai spendere con passione.

La stessa cantata da Matteo, il ventitreenne di San Sisto, la cui voce silenzia persino quelle del Concerto.

don Ivan, Vescovo