Sempre vivo l’interesse per l’Archivio storico diocesano

Ricordati il messaggio e l'eredità dell'archivista don Arturo Gabrijelcic a 30 anni dalla morte

Con una cerimonia dal sapore familiare, lo scorso 23 novembre, nella sala di studio dell’Archivio storico diocesano di Perugia, si è ricordato don Arturo Gabrijelcic (1936-1993), archivista diocesano dal 1982 alla prematura scomparsa avvenuta il 23 novembre 1993, esattamente trent’anni fa.

Gli intervenuti

Amici, testimoni, studiosi e collaboratori si sono riuniti nella sala di studio dell’Archivio storico diocesano, nella nuova sede di via dell’Aquila dove si è trasferito dopo il sisma del 1997, alla presenza di don Simone Sorbaioli, Vicario generale di Perugia-Città della Pieve; mons. Fausto Sciurpa, Arciprete della cattedrale e Vicario episcopale per la cultura; Giovanna Giubbini, Segretario regionale del Ministero della Cultura per l’Umbria, Direttore delegato della Soprintendenza archivistica e bibliografica della nostra regione; arch. Alessandro Polidori, Direttore dell’Ufficio diocesano per i beni culturali; Isabella Farinelli, attuale responsabile dell’Archivio.

Non un nostalgico amarcord

Si è riproposta a tutto tondo la figura del sacerdote nato a Salona d’Isonzo nel 1936 e formatosi a Perugia, dove fu ordinato nel 1960, nella Cappella del Seminario di Montemorcino. La rievocazione, attraverso varie voci e angolazioni, non è stata un nostalgico amarcord, anzi, nel ricostruire il messaggio e l’eredità di don Arturo, ne ha colto l’attualità e i potenziali sviluppi.

Ambiente di sintesi

Don Simone Sorbaioli, dopo aver portato il saluto dell’arcivescovo mons. Ivan Maffeis, ha collocato don Arturo in quello che dovette essere il suo approdo naturale: l’archivio, presentato in maniera originale dal Vicario come ambiente di sintesi, nel quale tutto confluisce. Gabrijelcic fu una personalità sfaccettata, che si riflette nei vari incarichi da lui svolti per conto degli arcivescovi, non ultimo il ministero di esorcista, vissuto con l’integrità e l’impegno che lo caratterizzavano; e trovò nell’Archivio diocesano il modo di mettere a frutto non solo le proprie conoscenze, ma anche la capacità di coinvolgersi nella storia delle persone e di un popolo, recuperando e valorizzando con rigore scientifico e ardore ecclesiale le testimonianze che emergono dalle carte antiche.

Rigore e radicalità evangelica

Mons. Fausto Sciurpa ha posto l’accento sul rigore e la radicalità evangelica di don Arturo, condividendo ricordi di studio e di formazione seminariale, che sono un interessante spaccato di storia della Chiesa perugina in clima conciliare. Fermenti che stimolavano i preti in formazione (come lo erano lui stesso e Gabrijelcic) e ispirarono formule innovative, quale l’esperienza delle piccole comunità sacerdotali che vide, per un periodo, protagonisti lo stesso Sciurpa e don Arturo. Coinvolti entrambi nella pastorale giovanile, Sciurpa divenne tra l’altro successore di Gabrijelcic nel movimento studenti di Azione Cattolica di cui era assistente, e ne raccolse l’eredità.

Il plauso della Soprintendenza Archivistica

La Soprintendente dott. Giovanna Giubbini, da sempre vicina all’Archivio Diocesano di Perugia per il quale si impegna costantemente in progetti di restauro e digitalizzazione, ha espresso compiacimento per il fatto che si ricordi un archivista, figura di solito in ombra sulla scena culturale, ma indispensabile mediatore perché le carte «parlino» davvero a tutti. Fu merito di don Arturo avviare una struttura dotata di un suo ordinamento, con una organizzazione per l’apertura alla consultazione regolare. La Soprintendente ha ricordato quanto la vicenda di una comunità ecclesiale si intrecci a quella civile e quanto, dunque, sia funzionale il suo Archivio alla conoscenza della vita delle persone.

Raccogliere l’eredità di collaborazione inter-istituzionale

L’Archivio diocesano, nel tempo, tende ad acquisire archivi di piccole comunità, ad esempio le parrocchie, che non sono più in grado di garantirne la tutela e la consultazione. Ecco perché, hanno sottolineato sia il Vicario sia la Soprintendente, oltre a ricordare l’opera di Gabrijelcic anche in tal senso è importante raccoglierne l’eredità in termini di collaborazione inter-istituzionale, mantenendo vivo l’interesse per valorizzare nel modo migliore questo immenso patrimonio.

La parola all’archivista Farinelli

Isabella Farinelli ha preso la parola dopo aver fatto ascoltare una testimonianza inviata dal cardinale Ennio Antonelli, oggi presidente emerito del Pontificio Consiglio per la famiglia, il quale ha ricordato una metafora di don Arturo sull’importanza della evangelizzazione degli adulti.

L’attuale incaricata dell’Archivio ha poi presentato il volumetto edito dall’Archidiocesi per l’occasione, con la ristampa del saggio di Gabrijelcic Vescovi e cattedrale (1992), dove compare tra l’altro la cronotassi dei vescovi e delle loro visite pastorali dal 1560 al 1988. Nella seconda parte, sono state riprodotte alcune pagine dai quaderni manoscritti di don Arturo, per la maggior parte inediti, conferiti all’Archivio dalla madre Emma dopo la sua prematura scomparsa.

L’intitolazione della Sala di studio

Al termine dell’incontro, culminato in cattedrale con la celebrazione eucaristica, è stata intitolata a Gabrijelcic la Sala di studio dell’Archivio, nel trentennale della morte. La targa commemorativa, con a fianco i ritratti del presbitero e della madre Emma eseguiti ad acquarello nel 1988 dal pittore Gustavo Benucci, è stata scoperta dal giovanissimo Pietro e dalla studentessa Maria Luisa, in rappresentanza dei tanti studiosi che usufruiscono dei servizi dell’Archivio, come segno della sua vitalità e auspicio per i futuri progetti.

 

Fotogallery a cura di Nicola Milletti