Radici di futuro

La memoria debole del passato va di pari passo con la fatica a progettare il futuro: ci si ritrova ristretti all’orizzonte del presente, spesso vissuto nell’affanno di riempirlo di tutte le opportunità.

L’attrattiva dell’istante ci ha privati di una narrazione condivisa: è scomparsa quella Tradizione che impregnava la vita di genti per le quali essa non era il passato, ma la forma stessa del loro pensiero, come spiegava De Lubach; una Tradizione che offriva riferimenti e insegnamenti e permetteva l’intelligenza del tempo e della vita.

Quella vita si riaccende oggi grazie a due eventi: la presentazione della monumentale “Storia del Cristianesimo in Umbria” e l’inaugurazione dell’affresco absidale nella chiesa perugina dedicata ai santi Biagio e Savino.

Sono eventi che propongono la medesima lezione, richiamando la cultura cristiana che ha impregnato questa nostra terra e che costituisce l’eredità da cui ripartire per tornare a fidarsi e a sperare, a riconoscersi comunità.

Perché il presente, da solo, non basta a nessuno.

don Ivan, Vescovo