Negli archivi della Vita

All’indomani della sua morte, un ricordo del prof. Luigi Tittarelli, studioso di livello internazionale. Il suo impegno per l’Archivio Storico Diocesano e per i registri parrocchiali.

Ne ha scritto per tutta la vita, ma per lui «gli ultimi» non sono mai stati una frase fatta, sia come demografo storico e docente universitario, sia come padre di famiglia e amico sincero di tante persone. Luigi Tittarelli, studioso di livello internazionale nonostante il tratto schivo del suo carattere, si è spento nella notte tra domenica e lunedì 6 maggio nella sua Perugia, circondato dall’affetto dei familiari. Formatosi alla scuola della vita e del padre artigiano, come diceva con malcelata fierezza, per decenni ha esplorato con appassionata serietà, tramite una incessante ricerca d’archivio, la struttura storica delle comunità familiari e monastiche, della popolazione urbana e rurale, con particolare riguardo alle situazioni di fragilità e malattia, alle donne, agli esposti, ai reietti ed emarginati, nonché alle forme più o meno organizzate di carità, spesso altrettanto umili e nascoste, che nei secoli hanno accompagnato tali situazioni.

Fondamentale il suo saggio in tre volumi Le fonti per lo studio della popolazione della diocesi di Perugia dalla metà del XVI secolo al 1860, uscito negli anni settanta del Novecento. Coordinando una équipe di studiosi tra cui don Mario Tiacci e il suo giovane nipote don Giovanni, Tittarelli indagò a fondo il nascente Archivio Storico Diocesano di Perugia, contribuendo in misura determinante a farlo crescere e aprire al pubblico. Ne esaminò tutte le fonti, che nei suoi libri vengono descritte in modo da costituirne praticamente un inventario. Si concentrò in particolare sui registri parrocchiali, che un decreto dell’arcivescovo mons. Ferdinando Lambruschini raccolse e, non di rado, salvò. La ricerca condusse anche a riordinare e ricostituire una serie di estratti di Stati delle anime, che a Perugia rappresentano, ancora oggi, una sezione dell’Archivio particolarmente completa e affascinante: dal XVI secolo, parrocchia per parrocchia, vi si documentano le singole persone che si sono succedute, nomi dei quali non vi sono altre tracce nei libri di storia; «anime» che quella storia l’hanno costruita a forza di braccia, e che hanno consentito alla vita di arrivare fino a noi.

Ti immaginiamo, professor Luigi, varcare la soglia del più segreto e immenso degli Archivi col pudore esitante col quale ne sfioravi il mistero, ma poi con il passo deciso e competente con cui sei entrato tante volte nell’Archivio Storico Diocesano di Perugia, che avevi contribuito a fondare. Dopo averne accompagnato il complesso percorso dalla storica sede nella residenza vescovile sino al trasferimento nella nuova sede di via dell’Aquila, in queste sale sei tornato più volte per seguire passo passo, e non senza sorriso, i tuoi molti allievi. Non solo resti nei nostri scaffali con le tante pubblicazioni che hai voluto donarci, ma chi in questo Archivio chiede il tuo maggior libro sa che può dire semplicemente: «Dammi il Tittarelli».

 

(Nella foto, la copertina del primo volume dell’opera principale di Luigi Tittarelli)