La Chiesa diocesana in ascolto dei giovani della GMG di Lisbona

L’incontro con l'arcivescovo Maffeis, giovedì sera 14 settembre, nella chiesa di San Sisto

«Come per ogni Giornata Mondiale della Gioventù, il nostro impegno di Chiesa è quello di accogliere l’esperienza di ragazzi e ragazze, di valorizzarla e darle seguito proponendo a loro un cammino di fede che si tramuta nel quotidiano e che non si fonda soltanto sulla straordinarietà dell’evento, ma su come si vive la fede giorno per giorno nella vita di studenti, lavoratori, figli, fratelli…». A sottolinearlo è il vicario generale don Simone Sorbaioli, già direttore dell’Ufficio diocesano di Pastorale giovanile, che ha accompagnato insieme ad altri quindici sacerdoti oltre 400 giovani di Perugia-Città della Pieve alla recente GMG di Lisbona. Una riflessione che precede l’incontro di questi giovani con l’arcivescovo Ivan Maffeis, giovedì 14 settembre, alle ore 21, presso la chiesa parrocchiale di San Sisto dove erano partiti, lo scorso 24 luglio, per il pellegrinaggio in Portogallo.

Il vicario generale don Simone Sorbaioli con l’arcivescovo mons. Ivan Maffeis (foto Tommaso Benedetti)

Ripartire

«La scelta di questo luogo – spiega il vicario generale – non è casuale, indica, simbolicamente, una ripartenza dei giovani per dare seguito nella comunità diocesana, in particolare nelle comunità parrocchiali, negli oratori e nei luoghi frequentati da loro alle esperienze maturate durante le due settimane del cammino di fede e di comunione verso la GMG con papa Francesco».

«Una GMG – commenta don Simone Sorbaioli, quasi nel tracciare un “bilancio” – che è andata molto bene con una numerosa rappresentanza di ragazzi e ragazze della nostra diocesi unitasi a quelle delle altre dell’Umbria».

Mostrare

«Molto significativo – evidenzia il vicario – è stato l’apporto dei sacerdoti che li hanno accompagnati, soprattutto i parroci, e coloro che curano la Pastorale giovanile a vari livelli. Questo è servito a mostrare ai giovani che hanno partecipato, in particolare ai “lontani”, ai “curiosi”, a coloro che hanno cavalcato l’onda dell’evento GMG, la vicinanza degli stessi sacerdoti e del mondo ecclesiale perugino-pievese alla realtà giovanile. È un fatto importate che ha mostrato a loro quanto, al di là dei nostri confini, del nostro modo di fare e di essere Chiesa, c’è un universo di esperienze e culture, di approccio alla fede che è infinitamente ricco e questo li ha colpiti».

Risvegliare

«I grandi eventi come le GMG – ne è convinto don Simone Sorbaioli – servono per risvegliare il senso di apertura ed universalità della Chiesa richiamato anche dal Papa nei discorsi ai giovani negli incontri più intensi avuti con loro a Lisbona, quali la veglia di preghiera e la messa finale».

L’appuntamento del 14 settembre dei giovani con l’arcivescovo Maffeis rientra nell’ambito delle iniziative promosse in occasione della Festa della Madonna delle Grazie, che si celebra in cattedrale il 12 settembre. Ricorrenza mariana, spiega ancora il vicario, «che quest’anno è molto significativa innanzitutto perché si compie un anno dall’arrivo del nostro nuovo arcivescovo, quindi un segno di novità per l’intera comunità cristiana».

 

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La testimonianza della giovane Laura: «Mi sento amata e abbracciata»

Non pochi dei giovani umbri alla GMG di Lisbona hanno vissuto quest’esperienza per rigenerarsi spiritualmente, soprattutto per riavvicinarsi alla fede dopo l’adolescenza post-cresima vissuta “distante”.

Rientrati dal pellegrinaggio che li ha portati, dal 24 luglio all’8 agosto, in Portogallo con tappa in Francia, al Santuario di Lourdes, i giovani non esitano a parlare, a riflettere su questo viaggio sia in famiglia e con amici, sia con preti, religiosi e religiose.

È quanto si coglie dalle parole di Laura, una ragazza di sedici anni dell’Unita pastorale delle parrocchie di Santa Maria in Case Bruciate, San Donato all’Elce e Sant’Agostino della città di Perugia.

«Sono partita per la GMG senza un’aspettativa, un’ambizione precisa, cioè il mio cuore non si aspettava niente da quest’esperienza. Sentivo semplicemente il bisogno di andare, di viaggiare e alla fine del quinto giorno di pellegrinaggio mi sono ritrovata il cuore pieno durante una messa, in particolare al momento della confessione.

Ritornando al mio posto sono scoppiata in lacrime, perché ho sentito un sacco di amore, come un abbraccio, sentendomi veramente amata. Un’esperienza che mi ha cambiato, ad iniziare dall’attenzione verso l’Eucaristia che prima la sentivo come una cosa astratta».

«In più la Madonna – continua Laura – mi ha fatto un regalo molto grande, quello di avere l’opportunità di andare a Lourdes, dove Lei è apparsa, facendomi ancora di più entrare in rapporto con Dio.

Dopo la richiesta spontanea di un Vangelo, che ho ricevuto, mi sento cambiata e quasi anche capita perché nelle sue pagine ho letto tratti della mia vita nelle risposte che Gesù dà. Ogni volta che leggo il Vangelo mi sento amata e abbracciata e questo è molto bello per la mia anima.

Mi sento quasi libera e mi trovo molte volte a pregare e a recitare il Rosario. Questo prima della GMG pensavo che non fosse possibile, perché io credevo poco, il mio cuore non era molto aperto a Dio, che ora chiamo Padre, e alla Madonna, che ora chiamo Madre. Ringrazio loro, Gesù e lo Spirito Santo che sento in me e spero di vivere secondo la loro volontà».

 

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Don Nicolò: «Nei giovani ho visto senso di comunità di fede,

esperienza di quel “Credo la Chiesa”»

Non si può nemmeno trascurare l’esperienza vissuta anche dai sacerdoti accompagnatori, soprattutto se giovani, come il parroco di Villa Pitignano, don Nicolò Gaggia, classe 1992. Don Nicolò racconta: «sono stato colpito da una scena durante la veglia di preghiera dell’ultima sera della GMG, quando è stato esposto il Santissimo. In quel momento alcuni ragazzi, “avanti” maturi nel cammino di fede, si sono immediatamente inginocchiati, in preghiera, raccoglimento e adorazione. Gli altri meno avvezzi a pratiche di preghiere del genere si sono trovati inizialmente spaesati, ma poi vedendo i primi, si sono inginocchiati anche loro. Questo gesto mi ha permesso di capire meglio cosa vuol dire essere Chiesa. Penso che il tema centrale della GMG non sia soltanto l’ascolto delle parole del Papa, certamente essenziali, ma la condivisione della fede che si sviluppa anche attraverso il ruolo della comunità».

L’essenzialità della vita

Inoltre, commenta don Nicolò, tre aspetti mi ha caratterizzato i racconti delle esperienze dei ragazzi. Il primo, quello di aver colto in loro l’essenzialità della vita che ti porta come pellegrino a rinunciare alle comodità a cui sei abituato. Questo, soprattutto per un giovane di oggi, non è poi così scontato.

La capacità di relazioni

Il secondo aspetto è la capacità di creare relazioni significative e sincere entrando in una empatia molto forte tra loro, essendo tutti più o meno convinti e coscienti che la motivazione essenziale del loro incontro fosse Cristo e lo stringere quelle amicizie che a casa e in altri contesti fuori da quello ecclesiale non avrebbero sperimentato.

Il senso della comunità

Il terzo ed ultimo aspetto, forse il più importante, è quello di aver fatto esperienza di una comprensione di quello che nel loro “apparato” di fede è la parte più debole, il senso della comunità. Perché plasmati da una fede in qualche modo personalista che non prevede un forte valore ecclesiale. Hanno capito che la condivisione della fede con altri ragazzi della loro età è un qualcosa che non solo rafforza la propria di fede, ma la fa crescere nel sapere che io non sono solo nell’andare dietro al Signore».

Il risveglio nelle anime

Una frase di don Romano Guardini scritta ad un suo amico, secondo don Nicolò Gaggia, riassume quanto i giovani perugino-pievesi hanno vissuto alla GMG di Lisbona: «la Chiesa si risveglia nelle anime».

I ragazzi, commenta don Nicolò, «hanno fatto l’esperienza di quel “credo la Chiesa” del Simbolo recitato la domenica, “incomprensibile” per molti di loro se non aiutati a renderlo concreto nella vita; questo è stato per due settimane il tema centrale e l’esperienza fondante di ciò che hanno vissuto nel pellegrinaggio verso la GMG culminata nell’incontrare papa Francesco».

 

A cura di Riccardo Liguori