Inaugurata la “Libreria delle Volte” alla presenza di molti perugini ed autorità

L’arcivescovo Maffeis: «Crediamo che le parole ci siano ancora, parole contenute nei cinquemila titoli che trovate nella libreria»

«Sono passati tanti anni, ma conservo un ricordo molto nitido del direttore di un quotidiano nazionale che si dimetteva dalla direzione titolando l’editoriale: “Non ho più parole”. Noi siamo qui perché crediamo che le parole ci siano ancora, parole contenute nei cinquemila titoli che trovate nella libreria e nelle parole dei tanti titoli che potete ordinare in tempo reale, parole soprattutto rappresentate dalla presenza di ciascuno di noi. La vera parola siamo noi e crediamo che siano parole che dicono di una vita interiore, di una presenza di cui ciascuno è portatore, è custode ed è interprete. Parole che crescono solo nel confronto, nel dialogo e nell’essere insieme, in quell’incontro fecondo fra la Parola della Storia e del Vangelo e della spiritualità di ciascuno». Con un forte richiamo al profondo significato della “Parola”, l’arcivescovo Ivan Maffeis ha salutato le diverse centinaia di persone che hanno raccolto l’invito all’inaugurazione della nuova “Libreria delle Volte”, che si affaccia sulla splendida e centralissima Piazza IV Novembre di Perugia, parte integrante del complesso monumentale della Cattedrale “Isola di San Lorenzo” la cui cura e valorizzazione sono affidate alla “Genesi” società benefit s.r.l. Un progetto che ha mosso i primi passi grazie all’opera di recupero e valorizzazione di quest’intero complesso, opera coordinata dall’allora vescovo ausiliare mons. Marco Salvi, oggi vescovo di Civita Castellana, presente all’inaugurazione insieme a numerose autorità civili, religiose e del mondo accademico perugino e non solo.

Questa libreria si trova negli stessi locali, dopo un accurato intervento di restauro diretto dall’architetto Alessandro Polidori, direttore dell’Ufficio diocesano per i beni culturali, dove per oltre mezzo secolo è stata ospitata la “Libreria Paoline”. È una nuova libreria pensata come un luogo vivo dove incontrarsi, interrogarsi, dialogare, costruire e sviluppare insieme un progetto culturale per la città e «in questa luce va un pensiero riconoscente ai Canonici della Cattedrale – ha commentato l’arcivescovo Maffeis –, che, rendendo disponibili questi locali, hanno, di fatto, aperto la strada a questo progetto. Un grazie di cuore agli amici della società benefit “Genesi”, che con coraggio hanno dato cuore e gambe a questo progetto affrontando anche un’impresa rischiosa nell’aprire, oggi, una libreria».

Parole di sentito ringraziamento sono state espresse dallo stesso mons. Maffeis alle autorità intervenute, invitandole a portare la loro “parola” dai propri ambiti istituzionali.

Il sindaco Andrea Romizi. «Grazie a chi si è fatto promotore di questa rinascita, che poggia bene le sue basi su una storia antica che era quella delle Paoline alle quali i perugini erano molto legati ed affezionati, che ha la capacità di ridargli un nuovo slancio andando a completare il magnifico lavoro che avete compiuto come Canonici della Cattedrale nel recuperare, nella sua organicità, il complesso monumentale dell’“Isola di San Lorenzo” con i suoi tesori che meglio rappresentano la storia della nostra città. Con questo nuovo spazio si contribuisce a far sì che le parole rimangano. È un luogo di cultura recuperato dove diversi giovani lavoreranno e di questi luoghi pubblici e privati tanti ne sono stati recuperati in questi anni a Perugia dove al centro ci sono il libro e le parole. Tutti abbiamo compreso quanto le parole e la lettura siano importanti per la crescita e l’emancipazione di ciascuno, soprattutto dei nostri giovani. Librerie come questa danno maggiore lustro alle bellezze culturali della nostra città e ai suoi valori».

Il prefetto Armando Gradone. «In questi giorni la confinante Toscana sta vivendo un momento drammatico e credo che a tutti noi abbiano colpito le immagini, tra le altre, delle biblioteche che sono andate sott’acqua e dei tanti giovani, oltre che di adulti e amministratori locali, che hanno sollevato dal fango quello che poteva essere salvato. Tenevano in mano i libri come corpicini da curare, da ripulire e questo sta a dimostrare che nelle biblioteche c’è l’anima, la storia di un popolo, di una comunità, valore fondamentale. Leggere significa misurarsi con sé stessi e confrontarsi con tutto quello che è stato pensato e vissuto da altri. Leggere significa vivere anche le vite degli altri e così si costruisce la propria personalità, la propria visione del mondo, il proprio immaginario, la propria identità, quella identità che stanno cercando di recuperare disperatamente nella Toscana alluvionata. Io non posso che essere grato ad una iniziativa come questa e godo di questa realizzazione complimentandomi con tutti coloro che si sono impegnati per renderla così fruibile».

Il prorettore dell’Università degli Studi Fausto Elisei. «La cultura è tutto ciò che viene vissuto dalle persone e tramandato a figli, nipoti, pronipoti…, per cui la storia del libro che ci viene tramandata attraverso le librerie, le biblioteche è la storia dell’uomo che serve per fare memoria di quello che è stato ed è successo e come potremmo andare verso il futuro. Oggi ci accorgiamo che i nostri giovani sono sempre meno attenti alla lettura, perché è tutto veloce… C’è bisogno di una educazione alla lettura e di punti di ritrovo e di condivisione degli strumenti prodotti dall’uomo tra cui i libri. Noi guardiamo con grande attenzione e soddisfazione l’apertura di una libreria come questa, che si integra con tutta una serie di strutture del territorio di cui fa parte anche l’Università con le sue tredici biblioteche aperte non solo al mondo accademico. Auspico che questa libreria possa raccontare la storia vera e reale di un popolo che abbia vissuto e cresciuto una realtà sua, che possa aiutare genitori e nonni a regalare un libro a figli e nipoti in modo tale da aiutarli a spendere tempo per imparare a leggere. D’altronde i giovani crescono guardando i grandi».

Il rettore dell’Università per Stranieri Valerio De Cesaris. «Le parole quando sono vere sono sempre a colori ed oggi abbiamo grande bisogno di parole di fronte allo sgomento della guerra. Bisogna ritrovare le parole del rispetto della persona umana, della convivenza. Di fronte alla disperazione di tante persone bisogna ritrovare le parole della fede, della spiritualità. Di fronte all’abbrutimento di un dibattito pubblico, che spesso sembra un dibattito da stadio, bisogna ritrovare le parole della profondità e della bellezza. Credo che il tema delle parole sia un tema decisivo e, come diceva il prorettore Elisei, anch’io sono preoccupato di un mondo che, spesso, va troppo veloce per approfondire questioni anche drammatiche che arrivano da tanti angoli del mondo. La libreria è un patrimonio di parole ed è un luogo che è anche una sfida in controtendenza quando le librerie chiudono. C’è bisogno di mostrare anche alle giovani generazioni che senza parole e senza approfondire le questioni non si vive bene e soprattutto non si capisce il mondo, non si è in grado di assumere quel ruolo civile che ciascuno deve avere».

Il dirigente scolastico ItetCapitini Silvio Improta. «Questa operazione restituisce alla città un patrimonio che mancava da un po’ di anni in questo nostro centro storico in trasformazione… Ritrovare un’iniziativa di questo tipo nelle mura del complesso della Cattedrale è una grande gioia anche personale. È giusto dire qualcosa anche come scuola perché una libreria in più è un qualcosa in più per studenti e docenti, perché è possibile trovare le parole, ma è possibile andare anche controtendenza. La scuola lavora spesso in controtendenza pensando al futuro, ragionando sul tempo medio-lungo e senz’altro le parole dei libri sono risorse enormi. Le scuole fanno promozione lettura dalle biblioteche scolastiche alle attività connesse come le letture ad alta voce, sappiamo che non è facile, ma avere un’offerta del genere in più sicuramente ci aiuterà».

Il direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale giovanile don Luca Delunghi. «La “Libreria delle Volte” è veramente una sfida, perché se i ragazzi frequentano molteplici spazi, anche digitali, è vero che hanno bisogno di luoghi di incontro. Questa diventa una sfida attraverso quest’apertura sulla piazza che è luogo di passaggio e che abbia il coraggio di fermare e far fermare. Un nome che non richiama solo il luogo storico-architettonico delle volte delle “logge di Braccio” della Cattedrale, ma quella risonanza di parole pronunciate sotto le volte… Questa libreria possa essere per i giovani di tutta la nostra diocesi, non solo per i frequentatori del centro, una risonanza di parole vere e fatte carne concretamente nell’incontro con chi li accoglie e si confronta con loro».

Una mamma, Alessandra Rigoli. «Come mamma mi piace pensare la nostra città come una casa in cui per nutrire i nostri figli occorre anche nutrirsi. È bello pensare nel salotto della nostra casa una libreria e, quindi, nel cuore di Perugia questa nuova bella libreria. E il compito di una mamma è anche educativo nell’aiutare i figli a guardare fuori dalla casa, prepararli e dargli strumenti. Mi piace pensare ai libri come quella finestra nella casa da cui entra la luce ma anche la proietta verso la scoperta del mondo. I buoni libri aiutano i nostri figli a scoprire il mondo, quindi benvenuta la “Libreria della Volte”».

Il responsabile delle Edizioni Frate Indovino, Paolo Friso. «Tra le parole da sottolineare oggi quella della relazione, perché la libreria è anche un luogo di relazione, incontro e noi pubblichiamo il calendario di Frate Indovino arrivando in tantissime case, ma la possibilità di incontrare i lettori ci viene offerta dalla libreria. Sarà bello insieme agli amici di “Genesi” darci una mano e portare avanti un progetto culturale condiviso e non sarà un’impresa facile perché, quello del libro, è uno dei settori merceologici più difficili. Ci sarà da lavorare in questa iniziativa della quale siamo veramente molto grati».

 

 

***

 

Illustrato dalla docente Flavia Marcacci il progetto della “Libreria delle Volte”.

 

Al termine degli interventi, mons. Ivan Maffeis ha invitato la professoressa Flavia Marcacci, docente di Storia e filosofia della Scienza, presso la Pontificia Università Lateranense, ad illustrare il progetto della “Libreria delle Volte”.

«Grazie in particolare al nostro arcivescovo, che ha sostenuto fin dal principio le idee di un numeroso gruppo di persone che chi frequenterà la libreria avrà modo di conoscere – ha esordito nella sua breve ma significativa relazione la docente della Lateranense –. La libreria è soprattutto un luogo di persone, perché dietro le parole e la carta ci sono persone che hanno concepito ed espresso i loro pensieri nelle pagine di carta. La carta materializza le idee e mi hanno chiesto di fare una sintesi del percorso motivazionale che ha animato questo gruppo di persone. Mi aiuterà il nome scelto: “Libreria delle Volte. Idee, scoperte, luoghi”. Siamo in un luogo speciale, nell’“Isola di San Lorenzo” con il suo Museo e il suo percorso archeologico dove incontriamo persone e culture del passato che ci hanno dato un lascito: dalla liberalità degli Etruschi alla capacità urbanistica dei Romani, fino al Medioevo con la rivoluzione dell’amore incarnato dei cristiani, alle avanguardie del Comune e della Signoria, fino a tutta la ricchezza dei palazzi durante il periodo dei Legati Pontifici per giungere all’Unità d’Italia. Di tutto questo cosa resta? Idee che si sono fatte storia e le idee, forse, sono la cosa più astratta che anima la nostra vita, la cosa che più tenacemente ci contraddistingue alla quale spesso più tenacemente ci attacchiamo. E le idee diventano molto materiale quando, appunto, si fanno storia, diventano progetti di intere comunità cittadine. Le idee sono anche di quanto di più materiale e violento spesso possano diventare e la nostra idea è quella di capovolgere questo significato delle idee e avvalorare un altro aspetto che i libri esprimono nel momento il cui portano avanti delle idee. Molto spesso questi scontri materiali si basano su un fatto che è un po’ un “uovo di colombo”, il fatto che ci si scontra sulle risposte che si danno alle domande. Sono le risposte a cui molto spesso noi siamo anche giustamente attaccati, che però creano divisioni. Per questo nella libreria il visitatore troverà un percorso fatto per domande, perché invece le domande sono il luogo dell’incontro. In qualche modo è intorno alle domande, se siamo onesti, che riusciamo a sederci a volte per trovare solo un compromesso, a volte per mettersi in cammino, perché le risposte dividono, le domande, che necessariamente non ci danno certezze, ci aprono un po’ la pista del dubbio, ci mettono in discussione, ci mettono anche un po’ in disagio, diciamo la verità. Le domande solo l’unico modo per creare comunione, per creare anche cittadinanza. È il motivo per il quale il frequentatore della libreria troverà nei volumi dei “segnali” che sono collegati a delle domande o sollecitarne delle nuove, perché esse sono quelle che permettono di passare da uno scontro ad un incontro, o anche semplicemente di passare da una contrapposizione a un confronto che si basa su analisi. Non è che bisogna per forza arrivare a conclusioni concorde, però, grazie all’uso delle parole, ci si può confrontare e scoprire degli aspetti nuovi che probabilmente quando si inizia un confronto e un dialogo neanche si vedevano. Questo luogo vuole diventare anche un’esperienza fatta di un percorso che ci possa mettere anche in discussione. Probabilmente vivendo nel periodo della complessità è questo il primo passo che bisogna fare per pensare che anche gli ideali più alti possano divenire una piccola storia concreta. È l’esperienza che si fa nella piccola storia, nelle piccole comunità, a muovere e a cambiare la grande storia. La libreria vuole essere il punto espositivo di qualcosa che, speriamo, si tradurrà in iniziative più ampie e in una vita culturale che avrà delle espressioni varie con in cantiere molte idee e c’è bisogno di quanti vogliono aiutare i curatori della libreria a svilupparle. E l’augurio è che questo luogo possa aiutarci a crescere insieme e magari fare anche nuove scoperte, oso dire, speculative per una nuova forma di convivenza civile».

 

A cura di Riccardo Liguori

  

Fotogallery

realizzata con la collaborazione di Massimo Cecconi