
Il sangue dei martiri è il seme dei nuovi cristiani, secondo la celebre affermazione di Tertulliano. Per questo Perugia ricorda con particolare affetto colui che, nei primi secoli di “semina” del cristianesimo nelle nostre terre, sacrificò la propria vita a testimonianza della fede in Cristo, come defensor civitatis nell’ordinario del suo ministero episcopale e nello straordinario gesto del martirio cruento.
San Gregorio Magno ci ha lasciato nei Dialoghi il racconto del momento in cui la città di Perugia fu costretta alla resa, nel VI secolo, dopo un estenuante assedio da parte dei Goti di Totila, e venne in parte risparmiata grazie al sacrificio del vescovo Ercolano, messo a morte dopo un tremendo supplizio. Il corpo di Ercolano fu gettato fuori dalle mura della città e fu ritrovato miracolosamente intatto nel luogo dove era stato sepolto: probabilmente lì dove il Comune di Perugia decise di edificare la chiesa a lui dedicata.
Il suo sacrificio fu visto come una manifestazione ulteriore della magistratura di defensor civitatis che il Vescovo esercitava.
Le celebrazioni nella chiesa di Sant’Ercolano avranno inizio venerdì 7 novembre alle 21 con il concerto dell’Orchestra da camera di Perugia all’interno della Rassegna musicale del Comune di Perugia in collaborazione con la Fondazione Perugia Musica Classica (direzione e violoncello del M° Enrico Brozzi), con musiche di F.J. Haydn e G. Cascioli.
Sabato 8 novembre verrà celebrata la Messa dei parroci della città, presieduta alle 11 dal vicario generale mons. Simone Sorbaioli.
Domenica 9 novembre Mons. Ivan Maffeis, Arcivescovo metropolita di Perugia – Città della Pieve, presiederà la S. Messa delle 10.30, alla presenza delle autorità civili e accademiche e dei rappresentanti del Sodalizio di San Martino, istituzione proprietaria della chiesa di Sant’Ercolano.
I Madrigalisti di Perugia animeranno la liturgia.
La memoria di sant’Ercolano trasmette il suo messaggio di amore e dedizione per la città e lo rende attuale nel contesto storico del nostro tempo, anche per la presenza, all’interno della chiesa a lui dedicata, di un sacrario militare. Quest’ultimo, simbolo del sacrificio dei caduti in guerra, ci invita a considerare il loro dramma e ad implorare la liberazione da tutte le guerre.
Il culto del santo defensor civitatis è di riferimento per la comunità sia religiosa che civile: a lui essa chiede di allontanare le minacce di violenza del tempo presente e di custodirne il futuro nel segno della speranza cristiana.
In allegato, la locandina con il programma completo.
