È tornato alla Casa del Padre don Alessandro Passerini

«Un sacerdote con lo sguardo sempre rivolto alla persona»

Questa mattina, sabato 17 febbraio, presso l’Hospice di Perugia, è tornato alla Casa del Padre don Alessandro Passerini (1943-2024), “storico” parroco di Solomeo di Corciano (Pg) e cancelliere arcivescovile aggiunto, nonché responsabile dell’Ufficio matrimoni annesso alla stessa Cancelleria, molto noto nel territorio diocesano anche per questi incarichi, oltre che per essere stato cappellano del lavoro, docente di educazione musicale di scuola media e docente di religione al Liceo Classico Statale “A. Mariotti” del capoluogo umbro, in costante contatto e rapporto con le giovani generazioni.

Profondo cordoglio. A dare la notizia al Clero diocesano del decesso di don Alessandro, è stato l’arcivescovo Ivan Maffeis all’uscita dall’Hospice, esprimendo alla famiglia Passerini e alla comunità parrocchiale di Solomeo il profondo cordoglio dell’intera Chiesa di Perugia-Città della Pieve.

Giorno del funerale. Le esequie si terranno lunedì 19 febbraio, alle ore 14.45, nella chiesa parrocchiale di Solomeo, presiedute dall’arcivescovo mons. Maffeis. Al termine la salma di don Alessandro verrà accompagnata al cimitero di Bagnaia, suo paese di origine dove nacque il 9 marzo 1943. Dal pomeriggio di sabato 17 (ore 16) alla mattina di lunedì 19 (ore 11.30), chi desidera raccogliersi in preghiera davanti alla sua salma può recarsi presso la Casa Funeraria in via Donizetti 115, di San Sisto (Pg).

Breve biografia. Don Sandro, così era chiamato dai suoi nipoti ai quali era molto legato, dai familiari e dai tanti amici e parrocchiani che ha conosciuto in quasi 55 anni di sacerdozio (li avrebbe compiuti il prossimo 28 giugno), è stato vicario cooperatore a San Sisto (1969-1997), parroco di Pian di Marte (1969-1978), parroco di Lacugnano (1983), per giungere, nel 1997, a Solomeo come parroco fino a tutt’oggi, ricoprendo l’incarico di parroco a Castel Vieto dal 2001 al 2003. Tra gli incarichi diocesani, quelli di membro del Consiglio di Amministrazione e di revisore dei conti, di componente del Gruppo per il Canto e referente della Federazione tra le Associazioni del Clero in Italia (FACI). Con la passione per la scrittura ha curato tre pubblicazioni tascabili: Sentieri di Storia, Una storia aperta, L’Alba di un giorno Nuovo. Soprattutto don Sandro era impegnato nella pastorale del lavoro e in quella familiare, partecipando a corsi di aggiornamento presso il Pontificio Seminario Lateranense di Roma. Alla Pontificia Università Lateranense conseguì la licenza in Teologia dopo aver frequentato gli studi di Teologia al Pontificio Seminario Regionale di Bologna, per poi ricevere l’ordinazione sacerdotale il 28 giugno 1969 nella cattedrale di Perugia dall’arcivescovo Ferdinando Lambruschini.

Il ricordo di don Regni. A tracciare un breve ma significativo ricordo di don Sandro Passerini è il suo confratello don Claudio Regni, parroco emerito di San Sisto. «Da oggi mi manca veramente un amico, uniti da profonda e vera amicizia vivendo insieme una bella integrazione pastorale – racconta don Claudio –. Sbarcammo a San Sisto in tre giovani sacerdoti, Alviero Buco, Sandro Passerini ed io, la sera del 17 ottobre 1969, alle ore 21.15, davanti al vecchio pozzo nel paese. Era lo stesso anno in cui l’uomo sbarcò, a giugno, sulla luna. Giungemmo a San Sisto non per caso, dopo aver fatto i nostri studi seminariali a Bologna, per prepararci a vivere la nostra missione sacerdotale in mezzo al mondo del lavoro e delle fabbriche di cui don Sandro era anche “cappellano del lavoro”».

Un terzino e negli “ospedali da campo”. «Se volessimo dare degli aggettivi, ma sempre incompleti – prosegue don Claudio Regni nel suo lucido racconto –, don Sandro era una persona prudente, equilibrata, mai eccessiva e con lo sguardo sempre rivolto alla persona. In termini calcistici potremmo dire che era un terzino; in termini pastorali stava nelle retrovie, negli “ospedali da campo”, mentre qualcun altro stava nelle trincee e nelle periferie. Don Sandro mancherà tanto a me, ai suoi cari e a tante persone, anche distanti dalla Chiesa, che l’hanno conosciuto e molto apprezzato e stimato».

 Riccardo Liguori 

 

Don Alessandro Passerini (1943-2024)