Celebrata la Messa Crismale

Messa Crismale

“A distanza di quasi sette mesi sento profonda gratitudine per questa Chiesa di Perugia – Città della Pieve, la nostra Chiesa, per la disponibilità cordiale con cui mi avete accolto”. Così l’arcivescovo Ivan Maffeis all’omelia della sua prima Messa Crismale da pastore della Chiesa perugino-pievese (ha ricevuto l’ordinazione episcopale lo scorso 11 settembre), pronunciata Mercoledì Santo 5 aprile, nella cattedrale di San Lorenzo, davanti al Clero diocesano e a numerosi fedeli provenienti da tutte le sette Zone pastorali dell’Archidiocesi, insieme a tanti ragazzi e ragazze che nel corso dell’anno riceveranno il sacramento della Cresima. Al momento della consacrazione degli olii, monsignor Maffeis ha voluto accanto a sé questi fanciulli e fanciulle e nell’omelia, soffermandosi sulla “storia di ogni vocazione”, che “è essenzialmente un compimento del battesimo”, ha sottolineato che “anche noi presbiteri siamo farina del sacco comune, con le nostre povertà, le nostre miopie e contraddizioni, il ritrovarci esposti al pericolo di lasciar smorzare il fuoco del primo amore… È fuoco che si rianima con la frequentazione della Parola, la celebrazione eucaristica, il silenzio dell’adorazione, il perdono sacramentale. Perché tutto ciò non si riduca a pratiche religiose, ma possa alimentare una vita spirituale, ci è chiesto –per usare l’immagine che accompagna quest’anno sinodale – di assumere lo stare di Maria ai piedi del Signore, imparando a deporre quell’attivismo che trasforma la vita in una fuga, in un nascondimento, in una maschera…”.

Il vicario generale don Simone Sorbaioli, nel suo indirizzo di saluto all’inizio della celebrazione, ha espresso a nome di tutto il Presbiterio diocesano la gratitudine all’arcivescovo Maffeis. “Nella nostra diocesi – ha detto don Sorbaioli rivolgendosi al pastore Ivan –, ha iniziato, in continuità con il magistero del cardinale Bassetti, un puntuale lavoro di conoscenza, revisione e impostazione della realtà diocesana. Abbiamo subito apprezzato il suo tratto discreto e profondo al tempo stesso, capace di andare con ciascuno, oltre la formalità dei rapporti istituzionali”.

 

ll saluto introduttivo del Vicario Generale don Simone Sorbaioli

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L’omelia dell’Arcivescovo Ivan Maffeis

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