
“Quando non ci si sente apprezzati, riconosciuti, si rischia persino di svendersi al primo offerente. Il Signore ci ricorda invece che la nostra vita vale, e il suo desiderio è di aiutarci a scoprirlo”.
Nell’udienza generale di mercoledì 4 giugno il Papa ha commentato così la parabola del padrone della vigna e dei vignaioli.
“A volte abbiamo l’impressione di non riuscire a trovare un senso per la nostra vita: ci sentiamo inutili, inadeguati, proprio come degli operai che aspettano sulla piazza del mercato, in attesa che qualcuno li prenda a lavorare”, ha riconosciuto, aggiungendo: “Ma a volte il tempo passa, la vita scorre e non ci sentiamo riconosciuti o apprezzati. Forse non siamo arrivati in tempo, altri si sono presentati prima di noi, oppure le preoccupazioni ci hanno trattenuto altrove”.
Secondo Papa Leone, “la metafora della piazza del mercato è molto adatta anche per i nostri tempi, perché il mercato è il luogo degli affari, dove purtroppo si compra e si vende anche l’affetto e la dignità, cercando di guadagnarci qualcosa. E quando non ci si sente apprezzati, riconosciuti, si rischia persino di svendersi al primo offerente. Il Signore ci ricorda invece che la nostra vita vale, e il suo desiderio è di aiutarci a scoprirlo”.
“Anche quando ci sembra di poter fare poco nella vita, ne vale sempre la pena. C’è sempre la possibilità di trovare un senso, perché Dio ama la nostra vita”, assicura il Papa.
Il comportamento del padrone della vigna – spiega – è “un comportamento insolito, che stupisce e interroga”: “È il padrone di una vigna, il quale esce di persona per andare a cercare i suoi operai. Evidentemente vuole stabilire con loro un rapporto personale”.
La parabola narrata nel Vangelo di Matteo, per il Papa, è “una parabola che dà speranza, perché ci dice che questo padrone esce più volte per andare a cercare chi aspetta di dare un senso alla sua vita. Questo padrone instancabile, che vuole a tutti i costi dare valore alla vita di ciascuno di noi, esce invece anche alle cinque. Gli operai che erano rimasti sulla piazza del mercato avevano probabilmente perso ogni speranza. Quella giornata era andata a vuoto. E invece qualcuno ha creduto ancora in loro”.
“Che senso ha prendere degli operai solo per l’ultima ora della giornata di lavoro? Che senso ha andare a lavorare solo per un’ora?”, si è chiesto il Papa: “Eppure, anche quando ci sembra di poter fare poco nella vita, ne vale sempre la pena. C’è sempre la possibilità di trovare un senso, perché Dio ama la nostra vita”.
“Perché cominciare a lavorare subito? Se la remunerazione è la stessa, perché lavorare di più?”. In conclusione, il Papa ha messo in guardia da questa tentazione: “Vorrei dire, specialmente ai giovani, di non aspettare, ma di rispondere con entusiasmo al Signore che ci chiama a lavorare nella sua vigna. Non rimandare, rimboccati le maniche, perché il Signore è generoso e non sarai deluso! Lavorando nella sua vigna, troverai una risposta a quella domanda profonda che porti dentro di te: che senso ha la mia vita?”.
“Non scoraggiamoci!”, l’invito finale di Leone: “Anche nei momenti bui della vita, quando il tempo passa senza darci le risposte che cerchiamo, chiediamo al Signore che esca ancora e che ci raggiunga là dove lo stiamo aspettando. Lui è generoso e verrà presto!”.