30 maggio – Liturgia delle ore

30 maggio

SAN VITALE

monaco

Memoria facoltativa

Ospedalicchio: Memoria obbligatoria

 

Dal Comune dei santi religiosi, con salmodia del giorno del salterio.

 

 Ufficio delle letture

Seconda lettura

Dalle “Omelie sui vangeli” di san Gregorio Magno, papa

 (34, 4-5, in G. Cremascoli ed., Opere di Gregorio Magno, II, Roma, Città Nuova, 1994, pp. 443, 445)

 Vi è gioia in cielo per un peccatore che fa penitenza

 

Perché in cielo si fa più festa per i peccatori giunti a conversione, che per la perseveranza dei giusti. — Vi dico che, così, ci sarà maggior gioia in cielo per un peccatore tornato a penitenza, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione” (Lc 15, 6). Dobbiamo chiederci, fratelli miei, perché il Signore afferma che c’è più gioia in cielo per i peccatori giunti a conversione che per la perseveranza dei giusti. La risposta può venire da ciò che noi stessi vediamo ed esperimentiamo ogni giorno, dato che spesso coloro che sanno di non avere su di sé alcun peso di colpa restano, sì, nella via della giustizia e non compiono azioni inique, ma tuttavia non hanno un vero anelito alla patria celeste e si concedono molto quanto all’uso delle cose lecite perché hanno fissa nella mente l’idea di non aver mai compiuto nulla di illecito. Spesso diventano anche pigri nel compiere opere buone di grande importanza essendo del tutto sicuri di non aver compiuto mali di particolare gravità. Quanti invece sanno di aver compiuto alcune azioni non lecite, presi da compunzione e da dolore ardono di amore verso Dio, si esercitano nella pratica di grandi virtù, affrontano tutte le prove nella battaglia per la santità, abbandonano i beni di questa vita, fuggono gli onori, sanno gioire anche ricevendo ingiurie, ardono di desiderio, anelano alla patria celeste, e consapevoli di essersi macchiati al cospetto di Dio riscattano il male compiuto prima con meriti acquisiti poi. C’è quindi maggior gioia in cielo per la conversione di un peccatore che per la perseveranza del giusto, come anche un comandante militare ammira di più il soldato che tornato dopo una fuga affronta con forza il nemico, rispetto a quello che pur non avendo mai voltato le spalle non ha però compiuto alcuna azione valorosa. Così l’agricoltore preferisce di gran lunga un terreno che dopo le spine produce frutti abbondanti, rispetto a quello che pur non avendo spine non produce mai messe copiosa.

Vi sono, però, dei giusti dai quali Dio riceve più gioia che dai penitenti” (Lc 15, 7). — Trattando questi argomenti occorre però ammettere che vi sono parecchi giusti la cui vita è talmente fonte di gioia per il Signore che non può a loro riguardo essere preferita nessuna vicenda di peccatori pentiti. Molti infatti non sono consapevoli di colpa alcuna e tuttavia si pongono con tanto ardore in atteggiamento di penitenza come se gravasse su di loro il peso di tutti i peccati. Rifiutano ogni piacere anche lecito, sono inclini con fermezza al disprezzo del mondo, non vogliono alcun vantaggio anche se lecito, rinunciano ai beni anche se a loro concessi, disprezzano le realtà terrene e si infiammano per quelle celesti, godono nella sofferenza, si umiliano in ogni situazione, e come alcuni deplorano i peccati effettivamente compiuti essi sentono dolore anche solo per i peccati da cui fossero visitati i pensieri. Come potrei definire costoro se non giusti e – a un tempo – penitenti, dato che si umiliano nella penitenza per i peccati di pensiero e sanno mantenersi, nelle opere, sempre sulla retta via? Possiamo dunque capire quanta gioia rechi a Dio il giusto quando si umilia nel pianto, se anche il peccatore fa nascere gioia in cielo quando condanna mediante la penitenza il male compiuto.

 Responsorio                                                                                                    1 Tm 1, 12. 13; Rm 5, 20

 V/. Rendo grazie a colui che mi ha reso forte, Cristo Gesù Signore nostro, perché mi ha giudicato degno di fiducia: * dove abbondò il peccato, sovrabbondò la grazia (T. P. alleluia).

R/. Io che prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento, mi è stata usata misericordia:

V/. dove abbondò il peccato, sovrabbondò la grazia (T. P. alleluia).

 

Orazione

O Dio, che hai chiamato san Vitale a cercare con tutte le forze il regno dei cieli nella via della perfetta carità, concedi anche a noi, che confidiamo nella sua intercessione, di progredire in cristiana letizia nel cammino del tuo amore. Per il nostro Signore.