29 gennaio – liturgia delle ore

29 gennaio

 

San Costanzo

vescovo e martire

Patrono principale della diocesi

Festa

 Dal Comune dei martiri o dei pastori eccetto quanto segue.

 

 Ufficio delle letture

 Prima lettura                 (1 Pt 3, 13-17; 4, 12-16; 5, 1-4)

Dalla prima lettera di san Pietro apostolo

 Beati voi, se venite insultati per il nome di Cristo

 Fratelli, chi potrà farvi del male, se sarete ferventi nel bene? Se poi doveste soffrire per la giustizia, beati voi! Non sgomentatevi per paura di loro e non turbatevi, ma adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza, perché, nel momento stesso in cui si parla male di voi, rimangano svergognati quelli che malignano sulla vostra buona condotta in Cristo. Se questa infatti è la volontà di Dio, è meglio soffrire operando il bene che facendo il male.

Carissimi, non meravigliatevi della persecuzione che, come un incendio, è scoppiata in mezzo a voi per mettervi alla prova, come se vi accadesse qualcosa di strano. Ma, nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi perché anche nella rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare. Beati voi, se venite insultati per il nome di Cristo, perché lo Spirito della gloria, che è Spirito di Dio, riposa su di voi. Nessuno di voi abbia a soffrire come omicida o ladro o malfattore o delatore. Ma se uno soffre come cristiano, non ne arrossisca; per questo nome, anzi, dia gloria a Dio.

Esorto gli anziani che sono tra voi, quale anziano come loro, testimone delle sofferenze di Cristo e partecipe della gloria che deve manifestarsi: pascete il gregge di Dio che vi è affidato, sorvegliandolo non perché costretti ma volentieri, come piace a Dio, non per vergognoso interesse, ma con animo generoso, non come padroni delle persone a voi affidate, ma facendovi modelli del gregge. E quando apparirà il Pastore supremo, riceverete la corona della gloria che non appassisce.

 

Responsorio      (Cfr. 1 Pt 3, 14-15; 4, 14)

R/. Se dovrete soffrire per la giustizia non vi sgomentate, né vi turbate, ma adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori. * Siate pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi.

V/. Beati voi, se venite insultati per il nome di Cristo, perché lo Spirito della gloria, che è Spirito di Dio, riposa su di voi.

R/. Siate pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi.

 

 Seconda lettura

Dai “Discorsi” di sant’Agostino, vescovo

(340/A, 1.3, in M. Recchia ed., Opere di sant’Agostino, Discorsi, V, Roma, Città Nuova, 1986, pp. 1001, 1003, 1005)

 Siamo vostri capi e vostri servi

 Per prima cosa chi presiede il popolo deve comprendere che è servo di molti. E non rifugga da questo: e non rifiuti, ripeto, di essere servo di molti, poiché il Signore dei signori non ha sdegnato di essere nostro servo. Dal feccioso fondo, proprio dell’uomo carnale, era venuta su, insinuandosi nei discepoli del Signore nostro Gesù Cristo, i nostri Apostoli, una certa smania di grandezza, la cui torbida esalazione aveva cominciato ad affumicare i loro occhi. Infatti, come abbiamo trovato scritto nel Vangelo, sorse tra loro una discussione: chi di essi fosse il più grande (Lc 22, 24). Ma il Signore, intervenendo da medico, sgonfiò il loro turgore. Appena notò quale infetta radice avesse quella discussione, si rivolse a loro, ponendosi innanzi dei bambini: “Se alcuno non diventerà come uno di questi fanciulli, non entrerà nel regno dei cieli (Mt 18, 3). Nel fanciullo volle mettere in risalto l’umiltà. Non desiderò infatti che i suoi, quanto a senno, avessero quello proprio dei bambini, come in altro passo dice l’Apostolo: “Non comportatevi da bambini nei giudizi. E aggiunse: “Ma siate come bambini quanto a malizia, e uomini maturi quanto a intendimento (1 Cor 14, 20).

Di conseguenza, a dirvi in breve, siamo vostri servi: vostri servi, ma pure vostri compagni di servizio: siamo vostri servi, ma tutti abbiamo un solo Signore: siamo vostri servi, ma in Gesù, come dice l’Apostolo: “Ma noi siamo vostri servi per amore di Gesù” (2 Cor 4, 5). Siamo servi in grazia di colui per il quale siamo anche liberi; egli stesso, ai credenti in lui, ha detto appunto: “Se il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero (Gv 8, 36). Esiterò allora a farmi servo per amore di lui, io che, se non mi avesse liberato, resterei in una schiavitù senza speranza? Siamo vostri capi e vostri servi: siamo vostri capi, ma solo se ci rendiamo utili.

L’apostolo Giovanni, nella sua Lettera, esortandoci appunto ad imitare il Signore che aveva detto: “Chiunque tra di voi vuole essere il più grande sarà il vostro servo: appunto come il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito ma per servire, e dare la sua vita in riscatto per molti (Mt 20, 27-28), esortandoci quindi all’imitazione, afferma: “Cristo ha dato la sua vita per noi, quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli (1 Gv 3, 16). Così pure, dopo la Risurrezione, il Signore stesso, col dire: “Pietro, mi ami tu?”. E quello a rispondere: “Ti amo. Egli lo domandò per tre volte, quello per tre volte rispose; e altrettante volte il Signore: “Pasci le mie pecore!” (Gv 21, 15-17). Come mi dimostri che mi ami se non pascendo le mie pecore? Amandomi, che prova mi puoi dare quando è da me che attendi ogni cosa? Ecco che hai da fare amandomi: pasci le mie pecore. E questo una volta, una seconda e una terza volta. “Mi ami? ”. “Ti amo. Pasci le mie pecore. Tre volte infatti aveva rinnegato per timore, tre volte confessò per amore. Quindi, il Signore, dopo aver affidato per la terza volta le sue pecore a lui che rispondeva e dichiarava amore ripudiando e cancellando il timore, immediatamente soggiunse: “Quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi, ma quando sarai più vecchio, un altro ti cingerà la veste e ti condurrà dove tu non vuoi. Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio (Gv 21, 18-19). Gli annunziò la sua croce e gli predisse il suo martirio. Perciò, volgendosi a quel compimento, disse il Signore: “Pasci le mie pecore: soffri per le mie pecore.

Responsorio                 (Mc 9, 35; 10, 43. 45)

R/. Chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, * il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti.

V/. Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti:

R/. il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti.

 
Inno Te Deum.

 Lodi mattutine

 

Ant. al Ben.     Il buon pastore conosce le sue pecore:

per esse offre la vita.

Invocazioni

A Cristo, buon pastore, che ha dato la vita per le sue pecorelle, innalziamo con fiducia la nostra preghiera:

      O Signore, guida il tuo popolo ai pascoli della vita eterna.

Cristo, che in san Costanzo ci hai dato un’immagine viva del tuo amore misericordioso,

—  fa’ che sperimentiamo in coloro che ci guidano la dolcezza della carità.

Tu, che nei tuoi vicari continui a svolgere la missione di maestro e pastore,

—  non cessare mai di governarci tu stesso nella persona dei tuoi ministri.

Tu, che nei santi pastori, posti al servizio del tuo popolo, ti sei fatto medico delle anime e dei corpi,

—  fa’ che non venga mai meno la tua presenza mediante ministri santi e santificatori.

Tu, che hai animato i fedeli con la sapienza e la carità dei santi,

—  fa’ che i predicatori del Vangelo ci aiutino a conoscerti e ad amarti come vuoi tu.

Tu, che hai inviato san Costanzo ad evangelizzare la nostra terra,

—  dona alla Chiesa di Perugia la forza e la perseveranza nel portare il Vangelo tra gli uomini del nostro tempo.

 

Padre nostro.

Orazione

O Dio, che hai chiamato i nostri padri alla mirabile luce del tuo Vangelo con la predicazione apostolica del santo vescovo Costanzo e sei stato glorificato dal suo martirio, per sua intercessione dona alla nostra Chiesa di essere nel mondo testimone coraggiosa della risurrezione di Cristo. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

Vespri

 

Ant. al Magn. Ti rendo grazie, o Cristo, buon pastore, che mi hai guidato alla gloria:

il gregge che mi hai dato sia con me nel tuo regno.

Intercessioni

Gloria a Cristo, costituito sommo sacerdote per gli uomini davanti a Dio. Uniti nella preghiera della sera, invochiamo il suo nome:

      Salva il tuo popolo, Signore.

 Tu, che hai suscitato nella Chiesa pastori santi e sapienti,

—  fa’ che la comunità cristiana sia sempre guidata da uomini saggi e generosi.

Hai perdonato le colpe del tuo popolo per le preghiere di pastori santi, che intercedevano come Mosè,

—  per i loro meriti purifica e rinnova sempre la tua Chiesa.

Hai scelto in mezzo ai fratelli gli animatori del tuo popolo e li hai consacrati con l’unzione dello Spirito Santo,

—  riempi dei suoi doni coloro che hai posto alla guida della santa Chiesa.

Tu, che sei l’eredità degli apostoli e dei loro successori,

— fa’ che nessuno si perda di quanti hai redento con il tuo sangue.

Tu, che attraverso il ministero dei tuoi pastori sostieni ed edifichi il tuo popolo,

—  dona pace e concordia alla nostra Chiesa perugina.

Tu, che per mezzo dei pastori della Chiesa assisti i tuoi fedeli, perché nessuno li strappi mai dalla tua mano,

— fa’ che i vescovi, i sacerdoti e i fedeli defunti si riuniscano tutti nella gioia del tuo regno.

 

Padre nostro.