19 giugno – Liturgia delle ore

19 giugno

SANTI GERVASIO E PROTASIO

martiri

Memoria obbligatoria

Città della Pieve: Solennità

Per la Memoria: dal Comune di più martiri con salmodia del giorno del salterio.

Per la Solennità: dal Comune di più martiri eccetto quanto segue.

Ufficio delle letture

Seconda lettura

Dalla “Lettera alla sorella Marcellina” di sant’Ambrogio, vescovo

(X, 77, 1-2. 3. 4. 7. 9. 10. 12-13, in G. Banterle ed., Opera omnia di sant’Ambrogio, Lettere, III, Roma, Città Nuova, 1988, pp. 155, 157, 159, 161, 163)

 Desidero tali difensori: ho con me i soldati di Cristo

 

Poiché sono solito non tacere, alla tua santità, nulla di quanto avviene qui in tua assenza, sappi anche che abbiamo ritrovato i santi martiri. Infatti, dopoché avevo consacrato una basilica, molti – come ad una sola voce ­­– cominciarono a sollecitarmi dicendo: “Dovresti consacrare questa basilica, come hai fatto per quella di Porta Romana”. Risposi: “Farò così, se troverò reliquie di martiri”. E subito penetrò in me come l’ardore di un presagio.

In breve: il Signore mi concesse la grazia. Nonostante che lo stesso clero manifestasse qualche timore, feci scavare la terra nella zona davanti ai cancelli dei santi Felice e Nabore. Trovai indizi probanti; con l’aiuto anche di quelli cui avrei dovuto imporre le mani, i santi martiri cominciarono ad emergere, sicché, mentre rimanevamo ancora in silenzio, l’osso d’un avambraccio fu afferrato e deposto presso il luogo del santo sepolcro. Trovammo due uomini di straordinaria statura, com’erano quelli dei tempi antichi. Tutte le ossa erano intatte, moltissimo era il sangue. Per tutti quei due giorni ci fu un immenso concorso di popolo. In breve: le profumammo tutte, l’una dopo l’altra, e quando ormai era imminente la sera, le trasportammo nella basilica di Fausta; lì, si vegliò l’intera notte e si compì l’imposizione delle mani. Il giorno seguente le trasportammo nella basilica che chiamano Ambrosiana. Durante la traslazione un cieco fu guarito.

Io rivolsi al popolo questo discorso: “Guardate alla mia destra, guardate alla mia sinistra le sacrosante reliquie: voi vedete uomini che hanno vissuto come si vive in cielo; guardate i trofei di un animo sublime: questi sono i cieli che narrano la gloria di Dio, queste le opere delle sue mani, che annunciano il firmamento. Infatti, non le lusinghe mondane, ma la grazia dell’azione divina li ha innalzati al firmamento del loro sacratissimo martirio, e molto prima – con le manifestazioni della loro condotta e delle loro virtù – ne preannunciò il martirio, poiché rimasero saldi di fronte alla lubricità di questo mondo.

Quali altri dobbiamo stimare capi del suo popolo, se non i santi martiri? Nel numero di questi, dopo essere stati a lungo ignorati, vanno innanzi Protasio e Gervasio, che con i meriti del loro martirio hanno allietato la Chiesa milanese: sterile di martiri, benché madre di moltissimi figli.

Avete visto con i vostri occhi che molti sono stati liberati dai demoni; inoltre, che moltissimi – non appena toccata con le mani la veste dei santi – sono guariti dalle infermità che li travagliavano; vedete che si sono rinnovati i miracoli del tempo antico nel quale, in seguito alla venuta del Signore Gesù, una grazia più abbondante si era riversata sulla terra; che molti dall’ombra dei santi corpi – per così dire – sono stati risanati. Quanti fazzoletti vengono di continuo lanciati, quante vesti, sulle veneratissime reliquie e, solo per averle toccate, sono ripresi capaci di guarire. Tutti sono paghi di toccarle, sia pure da lontano; e chi le toccherà, riavrà la salute.

Ti ringrazio, Signore Gesù, perché hai suscitato per noi gli spiriti così potenti di questi santi martiri, in un momento in cui la tua Chiesa sente il bisogno di più efficace protezione. Sappiamo tutti quali difensori io cerco, capaci di proteggermi ma incapaci di offendere. Tali difensori io desidero, tali soldati ho con me; non soldati del mondo, ma soldati di Cristo. Per tali difensori non temo alcun risentimento, perché la loro protezione è quanto più potente tanto più sicura. Voglio che essi difendano anche quelli che me li invidiano. Vengano, dunque, e vedano le mie guardie del corpo: da tali armi non rifiuto di essere circondato. Gli uni per i carri e gli altri per i cavalli, noi invece saremo esaltati nel nome del Signore Dio nostro (Sal 19,8).

Queste nobili reliquie sono tratte da un sepolcro indegno di loro e, come trofei, sono mostrate al cielo. Il tumulo è intriso di sangue, appaiono i segni del loro sangue di trionfatori, i resti sono stati trovati intatti al loro posto in buon ordine, il capo staccato dal tronco. Ora, i vecchi vanno dicendo di aver sentito in passato nominare questi martiri e di averne letto l’iscrizione funebre. Questa città aveva perduto i propri martiri, mentre aveva sottratto quelli altrui. Sebbene questo sia un dono di Dio, tuttavia non posso negare la grazia che il Signore Gesù ha concesso ai tempi del mio episcopato; poiché non merito di essere martire io stesso, vi ho procurato almeno questi martiri.

Queste vittime trionfali si avanzano verso il luogo dove Cristo è offerta sacrificale. Ma Egli, che è morto per tutti, sta sull’altare; questi, che sono stati riscattati dalla sua Passione, staranno sotto l’altare. Questo posto io avevo scelto per me, perché è giusto che un vescovo riposi dove era solito offrire il sacrificio; ma a queste vittime sacre cedo la parte destra: questo luogo era dovuto ai martiri. Riponiamo, dunque, le reliquie sacrosante, collocandole in una sede degna di loro, e festeggiamo questo giorno con fedele devozione”.

Responsorio                                                                                                                    Sal 19, 7. 8. 9

R/. Il Signore dà vittoria al suo consacrato; gli risponde dal suo cielo santo con la forza vittoriosa della sua destra. * Noi invochiamo il nome del Signore, nostro Dio.

V/. Quelli si piegano e cadono, ma noi restiamo in piedi e siamo saldi.

R/. Noi invochiamo il nome del Signore, nostro Dio.

Dov’è solennità: Inno Te Deum.

 

Lodi mattutine

Ant. al Ben.     Sulle tue mura, Gerusalemme, ho posto sentinelle:

non cesseranno mai di lodare il nome del Signore.

 

 

Orazione

Ci rallegri, Signore, il trionfo dei tuoi santi Gervasio e Protasio, fraternamente uniti nel martirio, e la loro solidale intercessione ci riempia di forza e di pace nella fede. Per il nostro Signore.

 

 Vespri

 

Ant. al Magn. A voi, miei amici, io dico:

non temete coloro che uccidono il corpo.