10 luglio – Liturgia delle ore

10 luglio

 SAN PIETRO

abate

Memoria facoltativa

 Dal Comune dei pastori o dei santi religiosi, con salmodia del giorno del salterio.

 

Ufficio delle letture

Seconda lettura

Dai “Discorsi” di sant’Agostino, vescovo.

 (86, 2. 3. 5, in L. Carrozzi ed., Opere di sant’Agostino, Discorsi, II/2, Roma, Città Nuova, 1983, pp. 9, 11, 13)

 Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi e seguimi

 

Abbiamo udito un ricco il quale chiedeva consiglio al Maestro buono per ottenere la vita eterna. Era cosa di gran pregio quella ch’egli amava, spregevole invece quella che non voleva disprezzare. Perciò sentendo con cuore corrotto Colui ch’egli aveva già chiamato “Maestro buono”, a causa di un maggior attaccamento ai beni spregevoli, perse il possesso della carità. Se non avesse voluto ottenere la vita eterna, non avrebbe richiesto il consiglio per avere la vita eterna. Per qual motivo allora, o fratelli, respinse le parole di Colui ch’egli stesso aveva chiamato “Maestro buono”, dichiarate a lui dall’autentica verità? Forse quel Maestro è buono prima d’insegnare ed è cattivo dopo aver insegnato? Prima che insegnasse era stato chiamato buono! Il ricco non aveva udito ciò che desiderava udire, ma ciò che doveva fare; era andato desideroso, ma se ne andò afflitto. Che sarebbe accaduto, se gli fosse stato detto: “Devi perdere quel che hai”? dal momento che se ne andò triste, perché gli era stato detto: “Conserva bene quello che hai”. Va’ a vendere ciò che hai – è detto – e da’ il ricavato ai poveri. Hai forse paura di perderlo? Vedi quel che segue: e avrai un tesoro nel cielo (Mt 19, 21). Forse avresti messo un tuo servo a custodire i tuoi tesori, mentre custode del tuo oro sarà il tuo Dio. Ciò che ha dato sulla terra lo conserva egli stesso in cielo. Quel tale non avrebbe forse esitato ad affidare a Cristo ciò che aveva e si rattristò perché gli era stato detto: Dallo ai poveri, come se dicesse tra sé: “Se tu mi avessi detto: ‘Dallo a me; te lo conserverò io in cielo’, non avrei esitato a darlo al mio Signore, al Maestro buono; adesso invece mi hai detto: Dallo ai poveri”.

Nessuno sia esitante a dare l’elemosina ai poveri, nessuno creda che la riceva colui del quale vede la mano; la riceve Colui che ha comandato di darla. Non affermiamo ciò in base a un nostro sentimento o a una congettura umana; ascolta Colui che non solo ti esorta a farlo, ma ti firma anche la garanzia. Avevo fame – è detto – e mi avete dato da mangiare (Mt 25, 35). Dopo l’enumerazione dei loro servizi i giusti chiederanno al Signore: Quando mai ti abbiamo visto affamato? ed egli risponderà: Tutto ciò che avete fatto a uno dei più piccoli dei miei fratelli, lo avete fatto a me (Mt 25, 40).

Ma che cosa ho ricevuto e che cosa renderò? “Ho avuto fame – dice – e mi avete dato da mangiare, ecc. Ho ricevuto la terra, darò il cielo; ho ricevuto beni temporali, restituirò beni eterni; ho ricevuto il pane, darò la vita”. Anzi diciamo pure così: “Ho ricevuto il pane, darò anch’io il pane; ho ricevuto da bere, darò da bere; ho avuto ospitalità in casa, ma io darò la casa; sono stato visitato quand’ero malato, ma io darò la salute; sono stato visitato in carcere, ma io darò la libertà. Il pane dato da voi ai miei poveri è stato consumato, mentre il pane che io darò, non solo vi ristorerà, ma non finirà giammai”. Ci dia dunque il pane lui, il pane disceso dal cielo. Quando darà il pane, darà se stesso.

 

Responsorio                                                                                                  Mt 19, 21; cfr. Gv 13, 17

 

R/. Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri * e avrai un tesoro nel cielo.

V/. Sapendo queste cose, sarai beato se le metterai in pratica

R/. e avrai un tesoro nel cielo.

 

 

Orazione

 

O Dio, che nel santo abate Pietro hai offerto alla tua Chiesa un modello di perfezione evangelica, concedi a noi, nelle mutevoli situazioni della vita, di aderire con tutte le forze al regno dei cieli. Per il nostro Signore.