Il becco del Grifone – 2

La ricetta della Ciaramicola, tradizionale dolce pasquale dei perugini, depositata con atto notarile.

Giovedì 4 aprile, presso il ristorante “La Rosetta di Perugia, il vicario generale ha partecipato ad un curioso quanto importante evento promosso dalla delegazione perugina dell’Accademia Italiana della Cucina. Con Rogito del notaio Matilde Patrizia Leotta, datato 20 marzo 2024, è stata depositata la ricetta ufficiale della Ciaramicola il dolce pasquale più noto della tradizione culinaria perugina. L’evento è stato celebrato con un ricevimento promosso dalla stessa accademia dove erano presenti, oltre al vicario generale dell’arcivescovo anche il Sindaco Andrea Romizi, il presidente della Camera di Commercio Giorgio Mencaroni, il delegato dell’Accademia Italiana della Cucina Massimo Moscatelli e numerosi accademici provenienti da diverse regioni d’Italia.

Dalle ricerche effettuate risulta che la Ciaramicola nasce come dolce dei fidanzati prossimi alla promessa di matrimonio, divenuto poi nel tempo il dolce di Pasqua dei Perugini ancora oggi preparato nelle famiglie, nei forni e nelle pasticcerie della città. Sotto il profilo storico le origini della Ciaramicola sono antichissime essa è già presente in un ordine di servizio diramato in occasione delle nozze di Giampaolo Baglioni, della nobile casata Perugina con la giovanissima Ippolita Conti, di antica aristocratica famiglia romana avvenute a Perugia nel 1490. Da uno studio sui ricettari umbri unito a sondaggi effettuati presso le famiglie perugine, è emerso che le ricette pur essendo sostanzialmente simili per quanto riguarda la preparazione, si differenziano nei dosaggi e in alcuni degli ingredienti utilizzati. Tipica è la forma rigorosamente a ciambella come altri “torcoli” cittadini, così come viene prodotta ancora oggi. Al centro del foro si possono prevedere due striscioline di pasta a forma di croce a significare sia l’unione benedetta e feconda degli sposi che la sacralità della Pasqua. Talvolta invece al centro del foro veniva posta una piccola porzione di pasta a identificare la piazza grande con la fontana maggiore da cui scaturivano cinque raggi a rappresentare i rioni cittadini. O ancora, cinque piccole porzioni di pasta deposte sulla sua superficie in modo tale che la meringa di copertura potesse formare cinque pinnacoli bianchi.

Al termine della manifestazione, non poteva mancare la degustazione di un’ottima Ciaramicola servita con fragole e vinsanto.