Quando la diagnosi interrompe l’ordine delle cose e costringe a scendere dalla giostra del fare, raggruma il vocabolario attorno a poche parole: esami, visite, protocolli, consenso…
È una dinamica che coinvolge l’intera rete familiare, la carica di preoccupazioni, incertezze e impegni gravosi. Farsi carico del malato cronico o non autosufficiente – a cui sabato a Perugia la Rete associativa umbra ADNA dedica un Convegno – vuol dire camminare con la sua famiglia, favorire un’alleanza terapeutica ed assistenziale, prendersi cura di chi si prende cura.
La gratitudine va agli operatori sanitari che con umanità e professionalità affrontano le fragilità di tanti. Sul piano spirituale non è da meno la prossimità di cappellani e ministri, segno di una Chiesa che – ad immagine del suo Signore – “cerca sempre di essere vicina a quanti soffrono” (Papa Leone).
Ogni passo compiuto in questa direzione contribuisce a favorire un nuovo equilibrio, fa emergere risorse insperate, permette – anche nella notte della malattia – la rinascita della speranza.
don Ivan, Vescovo