Alle 16.03, il suono delle sirene avvolge di silenzio la piazza di Pierantonio. È passato un anno dal terremoto del 9 marzo 2023. Oltre 600 sono le persone che ancora non hanno potuto rientrare nelle loro case. In difficoltà una ventina di attività commerciali. Chiuse le chiese.
La situazione sembra rispecchiare l’affresco drammatico tratteggiato dalla prima lettura: la tragedia della guerra, la distruzione del tempio e della città santa, la deportazione.
La stessa pagina della Scrittura si chiude però su una prospettiva insperata, che apre alla possibilità del ritorno e della ricostruzione. E qui ne è un segno la riapertura dell’ambulatorio medico, della macelleria, del barbiere, del bar; a breve arriveranno la pizzeria e un’esposizione edilizia.
È una volontà – quella di tornare ad abitare i paesi, le case, le chiese e le attività – ampiamente condivisa dalla folla che partecipa a questa liturgia a cielo aperto. È un impegno a cui il volto dei bambini, che circondano l’altare, richiama la responsabilità di tutti.
don Ivan, Vescovo