Per quella società distratta che siamo, il carcere rimane un luogo invisibile e sconosciuto. Chi è fuori non viene raggiunto dal grido di tante vite spezzate, né dalle prove affrontate dal personale di sicurezza.
Su questo sfondo diventa ancora più significativo il segno posto mercoledì 12 giugno dai ragazzi della parrocchia di Ferro di Cavallo. Guidati da Federico Fiorucci, hanno recitato, cantato e ballato, portando dentro il carcere di Capanne la parabola evangelica di due figli che ritrovano casa e famiglia grazie alla figura del padre.
Nessuna persona è riducibile ai suoi errori.
Quanti si sono resi responsabili di reati spesso sono i primi a voler porre rimedio alle conseguenze della loro condotta. La nostra Caritas – anche con l’assunzione di un paio di detenuti – sensibilizza a percorsi di giustizia riparativa e di reinserimento sociale.
Contestualmente al musical, ieri – grazie ai fondi 8xmille – è stato possibile attrezzare il nostro carcere di ventilatori per il caldo estivo. Nella consapevolezza che la nostra vicinanza non può risolversi in aria fresca.
don Ivan, Vescovo
(Nella foto, il gruppo che ha portato il musical nel carcere di Capanne)