Veglia di preghiera “missionari di speranza e artigiani di pace”

Anche quest’anno, nel mese di ottobre, le nostre Chiese – non solo in Italia ma in tutto il mondo – celebrano il tempo forte della missionarietà a partire da momenti significativi come la Veglia missionaria diocesana che ogni anno si tiene in una parrocchia diversa per animare le comunità locali ad aprire il cuore e la mente alla missione. Quest’anno la Veglia è stata condivisa con Migrantes che riunisce tante realtà fatte di singoli ma anche di gruppi ed associazioni provenienti da diversi Paesi del mondo, presenti nella nostra città.

L’incontro di preghiera si è svolto presso la basilica di San Pietro a Perugia, venerdì sera 24 ottobre presieduta dall’arcivescovo Ivan Maffeis con la presenza di vari sacerdoti tra cui il vicario generale, don Simone Sorbaioli, il vicario per la pastorale don Simone Pascarosa, il direttore Caritas, don Marco Briziarelli, e il rettore della basilica, don Samy Cristiano Abu Eideh, ed è stata animata dai direttori del Centro missionario, diacono Massimo Gallì, e di Migrantes, diacono Vito Simone Foresi.

Come ogni anno, la Veglia è stata preceduta da una cena di solidarietà a base di riso e patate preparata in questa occasione nei locali del salone dell’Osservatorio di San Pietro con il supporto di alcuni volontari dell’Operazione Mato Grosso. Questo segno è importante perché ci mostra in primo luogo che in tante parti del mondo si vive mangiando questo semplice cibo e anche perché ci viene chiesto, a fine pasto, di condividere una offerta a favore delle giovani Chiese di missione che poi attraverso il Fondo Mondiale di Solidarietà, Missio Italia distribuisce in tutte le Diocesi del mondo.

Anche papa Leone, in occasione della GMM 2025, ha ribadito l’importanza della preghiera comune e della solidarietà universale. Egli, attingendo alla sua personale esperienza di missionario in Perù, ha detto: «ho visto con i miei occhi come la fede, la preghiera e la generosità dimostrate in questa Giornata – (ed io aggiungo in questo mese missionario) – possono cambiare intere comunità… Grazie per aiutarmi ad aiutare i missionari in ogni parte del mondo».

Il messaggio di papa Francesco per la GMM 2025, letto durante la Veglia, ci invita a rinnovare la nostra vocazione di battezzati, cristiani in cammino, in ricerca, in uscita che, sia italiani sia migranti e rifugiati che sopportano prove difficili ed impegnative in vista di un futuro migliore, cercano tutti di camminare insieme verso Cristo nostra Speranza. E quindi ci invita a formarci per essere “Artigiani di speranza, Gente di primavera” con uno sguardo sempre pieno di Speranza da condividere con tutti.

A partire dai nostri fratelli provenienti da Paesi lontani perché – come ci dice papa Leone nel messaggio per la giornata del migrante e del rifugiato – «possono diventare missionari di speranza nei Paesi che li accolgono portando avanti percorsi di fede nuovi…. Essi infatti, con il loro entusiasmo spirituale e la loro vitalità possono contribuire a rivitalizzare le nostre comunità ecclesiali».

Sempre alla veglia ci sono state tre testimonianze che esortano i cristiani a essere “missionari di speranza e artigiani di pace”, che si declinano sia in missione che nelle comunità locali.

Suor Daniela Zanon, suora francescana missionari di Gesù Bambino, ha condiviso la sua esperienza di un mese in Colombia in alcune case dell’Istituto presenti a Medellin, Neiva e Girardota. La profondità dei diversi incontri con i gruppi locali le ha fatto respirare una viva condivisione tanto materiale che spirituale e la speranza viva in questi fratelli che dicendo “espera “in una stessa parola uniscono nel concreto l’attesa con la speranza. Infine l’invito a ciascuno di noi: «tutto ciò che stai aspettando aspettalo sperando».

Alessia Cinti, giovane volontaria dell’Operazione Mato Grosso, è stata in missione a Yanama, in Perù, per sei mesi fino a febbraio 2025. La sua esperienza personale missionaria si è arricchita di condivisione profonda con gli amici e con i fratelli peruviani e questo amore trasmesso è qualcosa che scioglie la durezza del cuore ed infonde fiducia e speranza nel futuro.

Altra testimonianza di speranza qui in Italia, trasmessa con energia da Susan Agburu, nigeriana della comunità cattolica per i cattolici di lingua inglese. Susan, pur mancandole la famiglia, ha detto di aver trovato a Perugia persone molto umane e amici con cui celebra la liturgia domenicale presso la cappella del Villaggio della Carità. Ha consegnato ai presenti il suo messaggio: «Dio ci sostiene sempre basta attendere con pazienza».

Mons. Ivan Maffeis, nell’omelia, ha ribadito che di fronte a dolori e persecuzioni, quello che facciamo, pur se piccolo come un granello di senape, se fatto con carità ed amore frutterà e crescerà e che la fede è segno di comunione e missione, «dal cero pasquale intorno al Signore ogni popolo trova il suo posto ed ogni popolo arricchisce l’altro».

Anche il segno finale: delle bustine con alcuni semi e piccole bandiere di varie parti del mondo con la scritta sul retro “Spera nel Signore, sii forte, si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore” (Salmo 27), ha dato significato all’impegno di fede da coltivare.

La Veglia è stata arricchita dalla presenza del bel coro “Presanella” proveniente da Pinzolo (Tn) – cittadina natale dell’arcivescovo Ivan – offrendo alcuni canti religiosi e della montagna.

 

Anna Maria Federico

 

Fotogallery

(Immagini di Tommaso Benedetti e Vito Simone Foresi)