Sinodo, il Documento finale

Approvato il Documento finale della seconda sessione del Sinodo, svoltasi in Vaticano dal 2 al 27 ottobre. Il discorso di Papa Francesco. Dieci gruppi di studio proseguono sulle questioni aperte.

È stato approvato con la maggioranza qualificata dei due terzi il Documento finale della seconda sessione del Sinodo dei vescovi sulla sinodalità, svoltasi in Vaticano dal 2 al 27 ottobre e conclusasi sabato 26 ottobre con un discorso di Papa Francesco: “Non intendo pubblicare una esortazione apostolica, basta il documento approvato – ha detto -: Nel documento ci sono già indicazioni molto concrete che possono essere di guida per la missione delle chiese, nei diversi continenti, nei diversi contesti. Per questo lo metto subito a disposizione di tutti, per questo ho detto che sia pubblicato. Voglio, così, riconoscere il valore del cammino sinodale compiuto, che tramite questo Documento consegno al santo popolo fedele di Dio”.

Il ruolo delle donne, lo statuto delle Conferenze episcopali, l’esercizio del ministero petrino nell’ottica di una “sana decentralizzazione” tra i temi presenti nel documento.

Dieci Gruppi di studio, costituiti per volere del Papa, continueranno ad approfondire le questioni più discusse fino al giugno 2025: “Devono lavorare con libertà, per offrirmi proposte; c’è bisogno di tempo, per giungere a scelte che coinvolgono la Chiesa tutta”– ha spiegato Francesco, che ha chiarito: “Questo non è il modo classico di rimandare all’infinito le decisioni, ma è quello che corrisponde allo stile sinodale con cui anche il ministero petrino va esercitato: ascoltare, convocare, discernere, decidere e valutare. E in questi passi sono necessari le pause, i silenzi, la preghiera. È uno stile che stiamo apprendendo insieme, un po’ alla volta. Lo Spirito Santo ci chiama e ci sostiene in questo apprendimento, che dobbiamo comprendere come processo di conversione”.

“Il mio compito – ha proseguito – è custodire e promuovere l’armonia che lo Spirito continua a diffondere nella Chiesa di Dio, nelle relazioni tra le Chiese, nonostante tutte le fatiche, le tensioni, le divisioni che segnano il suo cammino verso la piena manifestazione del Regno di Dio, che la visione del Profeta Isaia ci invita a immaginare come un banchetto preparato da Dio per tutti i popoli. Tutti, nella speranza che non manchi nessuno. Tutti, tutti, tutti! Nessuno fuori, tutti. E la parola chiave è questa: l’armonia. Quello che fa lo Spirito”.