San Pietro tra storia e presente

Il nuovo accordo di gestione della Basilica di San Pietro e dei suoi archivi.

Con il suo campanile monumentale di oltre settanta metri (il più alto di Perugia), la Basilica di San Pietro costituisce uno dei monumenti storici più importanti e significativi dell’acropoli perugina. Situata sul colle detto “monte Caprario o Calvario”, nel 996 d.C. fu edificata sopra quella che una significativa corrente di storici sosteneva essere la primitiva cattedrale di Perugia. Ad opera del perugino Pietro Vincioli, primo abate benedettino, fu ampliata e costituita in abazia. Nei secoli seguenti la sua egemonia si accrebbe enormemente fino a costituire un vero e proprio scrigno di opere architettoniche, pittoriche ed archivistiche che quasi nella loro interezza sono giunte fino ai giorni nostri unitamente alla comunità benedettina, che per più di mille anni l’ha abitata, custodita ed ampliata.

Nel 1398 fu messa a fuoco dai perugini che rimproveravano all’abate Francesco Guidalotti di aver preso parte alla congiura contro Biordo Michelotti, capo della fazione popolare dei “Raspanti”. Nel 1799 la comunità ebbe ancora a soffrire per l’invasione dei giacobini, mentre nel 1859 i monaci dettero riparo ad alcuni patrioti che, sollevandosi contro le truppe pontificie, si scontrarono con il reggimento dei soldati svizzeri venuti a difendere le proprietà dello Stato della Chiesa. Questo evento permise ai monaci di guadagnarsi la fiducia dei perugini, che gli consentirono di rimanere ad abitare l’abazia anche dopo l’acquisizione delle sue proprietà da parte dello Stato.

Dopo l’Unità d’Italia, l’intero complesso dei beni dell’abazia passò alla proprietà e alla gestione della Fondazione per l’Istruzione Agraria, che ancora oggi ne conserva proprietà e amministrazione.

Seppur con un simile carico di storia alle spalle, la comunità benedettina, oggi afferente al Monastero di San Paolo fuori le mura a Roma, non riesce più ad assicurare la continuità della presenza in San Pietro. La repentina morte dell’abate Giustino Farnedi nel settembre dello scorso anno ha reso vacante anche la gestione dell’Archivio storico, meta ogni anno di numerosi studiosi. Il peso dell’età e gli acciacchi di dom. Martino Siciliani hanno reso anche più difficoltosa la gestione del celeberrimo Osservatorio sismico, che ora è in mano a un gruppo di studiosi suoi colleghi. Da qui l’impegno della Diocesi perugina che, d’intesa con la Fondazione Agraria e la comunità benedettina, presieduta dall’abate di San Paolo, Donato Ogliari, ha deciso di impiegare alcune forze per permettere a questo significativo luogo di culto e di storia di continuare a vivere.

L’arcivescovo Ivan Maffeis ha provveduto alla nomina di un sacerdote quale rettore della Basilica nella persona di don Samy Abu Eideh, che, oltre al suo impegno in università, assicurerà la gestione pastorale della stessa a partire da domenica prossima 13 ottobre. Contestualmente all’ingresso del rettore della Basilica verrà siglato un accordo tra Diocesi e Fondazione Agraria per la gestione dell’Archivio storico, affidata alla responsabilità del professor Andrea Maiarelli, recentemente nominato archivista diocesano, e ad uno staff di suoi collaboratori. Questa sinergia ci permetterà non solo di preservare la vocazione originaria di questo luogo così caro ai perugini, ma anche di garantirne lo sviluppo e la valorizzazione pastorale ed artistica in seno al tessuto cittadino. Un vivo ringraziamento a tutti coloro che, a loro modo, hanno permesso questa complessa ma significativa riorganizzazione.