È tempo di disfare il presepe, per grandi e piccini, con non poca malinconia e nostalgia. È stato così anche per la comunità parrocchiale di San Barnaba di Perugia, che ha dato nei giorni scorsi l’“arrivederci”, al prossimo anno, al suo Presepe vivente. È stato allestito da un gruppo di parrocchiani con la “regia” del parroco, don Alessandro Scarda, negli ambienti interni ed esterni della chiesa, di certo non antica, di uno dei quartieri moderni della città, quello della nota “Via Cortonese” che collega la stazione ferroviaria di Fontivegge allo Stadio “Curi” di Pian di Massiano.
Arrivederci al 2023. A San Barnaba, a detta del parroco e dei suoi collaboratori, la malinconia ha presto lasciato il posto alla gioia nel pensare già all’allestimento del prossimo anno, un anno significativo – il 2023 – per il Presepe, perché ricorre l’ottavo centenario del primo vivente realizzato da san Francesco a Greccio. Non solo, la gioia è tanta a San Barnaba perché è riuscito l’“esperimento sociale” che ha accompagnato questo Presepe.
L’esperimento sociale. Si tratta di un progetto che sarebbe dovuto andare in porto lo scorso anno, ma rinviato a causa della pandemia, che ha contribuito non poco ad aggregare più persone, a rendere più vivo un quartiere di periferia e, soprattutto, ad avvicinare i “distratti” e i “lontani”. Con il presepe vivente si è voluto andare oltre alle attività di catechismo e alle iniziative pastorali. Già l’oratorio è un luogo dove convergono non pochi giovani e giovanissimi, ma, in occasione del Natale, spiega don Alessandro, «abbiamo voluto osare di più nel cercare di calamitare e incuriosire altre persone verso la ricorrenza cristiana più attesa, la nascita di Gesù Salvatore. Lo abbiamo fatto non in un borgo antico, ma in mezzo a palazzi moderni vissuti e frequentati ogni giorno da 10mila persone. Un richiamo, quasi provocatorio, alla quotidianità del messaggio del Natale. Siamo molto soddisfatti del nostro “esperimento sociale”», perché, commenta il parroco, «il presepe si è dimostrato ancora una volta il luogo dove tutti si sentono attratti e ritornano un po’ bambini insieme al Bambino Gesù, che suscita sempre stupore e tenerezza. L’affluenza è stata superiore alle aspettative, ce lo testimonia anche il macellaio, uno dei personaggi del nostro presepe, che ha affettato, in tutto, una ventina di chili di porchetta!».
Carichi di meraviglia e stupore. La soddisfazione per la riuscita del Presepe viene anche da uno dei tanti visitatori che ha lasciato a don Alessandro uno scritto di compiacimento-incoraggiamento. «Abitiamo in una regione – scrive – in cui vengono messi in scena diversi presepi viventi … Gli ambienti forniti dai borghi medievali appaiono perfetti … Ma che dire quando invece rimaniamo colpiti positivamente da un presepe messo in scena all’interno di un ambiente del tutto moderno? (…). Quello realizzato nella parrocchia di San Barnaba, grazie al lavoro del parroco e di alcuni parrocchiani, è stato un bellissimo viaggio che iniziava dalla “chiesa vecchia”, adibita a sinagoga, passando poi per varie botteghe artigiane e spazi come il macellaio …, arrivando al fornaio dove poter assaggiare torta al testo fatta al momento, oppure sorseggiando vin brulè nella taverna, per poi giungere al cuore del presepe, la mangiatoia con la Santa Famiglia… La cura con cui è stato realizzato il tutto ha permesso che ci si sentisse in un ambiente familiare, dove tradizione e storia hanno incontrato modernità e freschezza. Dopo tutto il periodo di pandemia …, è stato bello e fonte di speranza poter vivere questo momento di convivialità e vedere davvero l’impegno e la cura delle persone che lo hanno realizzato per permetterci di poter vivere questa esperienza che ci ha mandati a casa carichi di meraviglia e stupore».
Com. stampa a cura di Riccardo Liguori /