Anche sulla scia di quanto è emerso alla recente Settimana Sociale dei Cattolici Italiani e nella consapevolezza che la disoccupazione giovanile supera il 30% anche in Umbria, la Chiesa di Perugia-Città della Pieve è sempre attenta e sensibile ai temi del lavoro. Basti pensare al suo impegno per la promozione a livello diocesano del Progetto Policoro della Cei a favore dell’imprenditoria e della cooperazione giovanile. Nel Perugino sono già un paio le cooperative sociali nate con il sostegno di questo Progetto, dando lavoro a circa venti persone. Non meno significativa è l’iniziativa dell’associazione di volontariato “San Pio da Pietrelcina”, nata in una realtà parrocchiale di periferia, che da quattro anni porta avanti il progetto “Stage formativo”, il cui obiettivo è quello di dare una prima opportunità di lavoro a neodiplomati con il coinvolgimento di un Istituto professionale di Stato e di alcune aziende locali. Ad oggi 9 stagisti neodiplomati hanno trovato un lavoro presso le stesse aziende in cui avevano svolto lo stage, mentre altri 6 lo stanno svolgendo percependo un rimborso spese mensile.
“Sosteniamo il lavoro”.
Nato da una sinergia tra Caritas e Uffici per le Pastorali giovanile e problemi sociali e il lavoro dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, è il progetto “Sosteniamo il lavoro” realizzato in collaborazione con la Gi Group Spa, una realtà multinazionale con agenzie di collocamento al lavoro in tutt’Italia e all’estero, e alcune aziende del territorio con possibilità di crescita produttiva particolarmente attente al tema della dignità morale ed economica del lavoro.
Si tratta di un progetto co-finanziato dalla Cei, attraverso il fondo 8xMille, e dalla campagna “Sosteniamo il lavoro” di donazioni liberali; un segno pastorale che aspira ad educare il popolo cristiano alla carità e ad aiutare la società, tentata a chiudersi, ad essere maggiormente attenta e aperta agli altri. Questa campagna di sensibilizzazione vuole coinvolgere anche la comunità territoriale, in tutte le sue componenti, mediante la creazione di una rete che in modo sinergico individui nuove metodologie di approccio al problema sociale legato al tema del lavoro. Le donazioni liberali (con bonifico bancario – Iban: IT 74 D 05704 03000 000000161500) vengono raccolte dalla Fondazione di Carità San Lorenzo (via Montemalbe, 1 – 06125 Perugia) e per informazioni più dettagliate contattare lo 075.5720970.
20 borse lavoro per giovani e adulti in cerca di occupazione.
Questo progetto di alto valore sociale si ripeterà per due anni e consiste nell’assegnazione di 20 borse lavoro da circa 550 euro netti mensili, per un periodo di tirocinio di 6 mesi monitorato da Caritas, Gi Group Spa e aziende coinvolte, con l’auspicio che le 20 borse lavoro possano trasformarsi in un lavoro duraturo. La selezione per la loro assegnazione (14 riservate a giovani e 6 ad adulti) è avvenuta il 27 ottobre e ha riguardato 50 candidati (34 giovani e 16 adulti) individuati tra coloro che si sono rivolti alla rete Caritas. Questa selezione è stata necessaria per individuare le persone più motivate e con precise caratteristiche richieste dalle aziende coinvolte.
Tra gli obiettivi del progetto: Costruire un servizio di accompagnamento all’autonomia delle persone attraverso l’attivazione di percorsi formativi professionalizzanti e/o di avvio all’impiego; Promuovere il valore del lavoro nel suo senso primario di continuazione dell’opera di Dio; Recuperare anche i vecchi mestieri, quelli legati all’artigianato con l’obiettivo di fornire nuove prospettive professionali capaci di valorizzare la manualità e la creatività dei tirocinanti.
Perché questo progetto?
Con questa iniziativa, Caritas e Pastorali giovanile e problemi sociali e il lavoro hanno raccolto l’esortazione che papa Francesco ha rivolto ai gruppi del Progetto Policoro nel dicembre 2015. Il Santo Padre ha spronato non solo a trovare soluzioni, ma anche alla «responsabilità di evangelizzare attraverso il valore santificante del lavoro, non del lavoro che sfrutta, che schiaccia, che umilia, che mortifica, ma del lavoro che rende l’uomo veramente libero, secondo la sua nobile dignità».
«La perdita di lavoro o il non lavoro – spiegano i promotori del progetto – porta non soltanto ad una perdita di dignità, ma a tutta una serie di riflessi con conseguenze disastrose per la nostra società. Dall’impossibilità di formarsi una famiglia, di mettere al mondo dei figli, alla dipendenza a lungo dai genitori. Purtroppo e sempre più spesso l’inattività lavorativa crea in non pochi giovani forme devastanti di dipendenza: droga, alcolismo, gioco d’azzardo, pornografia… e talvolta possono trasformarsi in una vera malattia che può minare la propria salute mentale. La piaga del lavoro nero e della precarietà lavorativa tra l’altro fa sperimentare una insicurezza deleteria soprattutto nelle nuove generazioni. Ecco perché il progetto “Sosteniamo il lavoro”».