“E’ un segno di una ‘rete’ importante che stiamo costruendo per puntare sempre più a camminare insieme a servizio di tutti i fratelli poveri, grazie all’aiuto delle farmacie comunali e di trentatré nostri volontari che hanno contribuito a creare, durante la raccolta, la cultura del dono”. Così il direttore della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve, don Marco Briziarelli, in apertura della conferenza stampa di presentazione della campagna sociale “Raccolta farmaci solidali” condotta in sinergia da Afas-Farmacie comunali e Caritas di Perugia, tenutasi il 22 ottobre, a cui sono intervenuti anche il presidente Afas Antonio D’Acunto, il direttore generale Afas Raimondo Cerquiglini e Paolo Rellini, cofondatore della piattaforma Regusto, un brand della start up Recuperiamo s.r.l., operativo dal 2016, con l’obiettivo di proporre soluzioni concrete per prevenire e ridurre lo spreco alimentare, in ambito profit e non-profit, agendo secondo le logiche dell’economia circolare, con cui la stessa Caritas collabora. Questa iniziativa Afas-Caritas di Perugia rappresenta il primo caso pilota a livello nazionale con una campagna di donazione di farmaci tracciata, digitalizzata e resa trasparente grazie al modello innovativo di sharing for charity e alla tecnologia blockchain fornita dalla piattaforma Regusto.
I dati della campagna. Da marzo 2021 (quando è stata avviata la “Raccolta farmaci solidali” da banco e di alimenti per l’infanzia) sono stati donati dalla clientela Afas prodotti per complessivi euro 22.713,58 (59,9% di farmaci, 36,6% di latte, omogeneizzati e creme, 3,5% di prodotti per l’infanzia non-food come i pannolini). Significativi sono i dati degli impatti generati a livello sociale e ambientale misurati grazie alla piattaforma Regusto: 358 pasti equivalenti distribuiti (calcolati solo sugli alimenti per l’infanzia); 216 kg di CO2 risparmiata; 1.467 metri cubi di acqua risparmiata. “Un prodotto potenzialmente sprecato – ha spiegato Rellini – può diventare risorsa; risorsa sia per chi ne ha bisogno che per le aziende che cerchiamo di sensibilizzare su questi argomenti”.
Il direttore Caritas. “Al di là degli obiettivi raggiunti – ha commentato il direttore Caritas – c’è stata una risposta importante nella crescita della cultura del dono. Mai come oggi abbiamo bisogno di sentirci tutti animati alla carità ed aver avuto la possibilità di essere noi, in presenza, nelle farmacie, con le “pettorine Caritas”, dare subito un volto e una prova tangibile del grandissimo operato e della grandissima opportunità che stavamo vivendo, è stato anche un’occasione di promozione e risveglio della carità, perché abbiamo tutti quanti bisogno in questo tempo di vivere sempre più una carità senza delega. Vivere e compiere atti di carità è una vocazione alla vita. Siamo in un momento dove la povertà è cresciuta (i recenti dati di Caritas italiana ci parlano di un + 44% di nuovi poveri nel 2020) e il 2021 ci porterà ad un incremento decisamente più grande, ma la risposta di solidarietà c’è anche grazie a questa campagna. Oggi non tutte le persone possono permettersi l’acquisto di un farmaco da banco, perché incide non poco nel bilancio familiare. Il diritto alle cure è sacrosanto ed è bello essersi mobilitati per garantirlo”.
Il presidente Afas. “Il mondo Caritas noi lo abbiamo sempre inteso e visto come un mondo distante – ha detto il presidente Afas –, che apparteneva più che altro a quelle persone molto, molto svantaggiate (extracomunitari, tossicodipendenti…). In realtà non è più così da qualche tempo, ci sono tanti nostri concittadini che purtroppo per le crisi ricorrenti, come la pandemia ma non solo, si rivolgono alla Caritas, perché gli egoismi predominano nella nostra società che dobbiamo contribuire a correggere dal basso con la promozione anche della cultura del dono come ha detto don Marco Briziarelli”. L’Afas, ha aggiunto il suo presidente, “al di là dell’essere presidio sanitario più vicino ai cittadini (come è stato nella pandemia con le farmacie sempre aperte), è anche un qualcosa di socio-culturale, perché simili iniziative le facciamo sempre per cercare di dare un po’ di respiro ad una società che vive tempi pesanti”.
Il direttore generale Afas. Anche la farmacia ha visto trasformare il suo lavoro a seguito della crisi e del conseguente aumento delle povertà, ha evidenziato il direttore generale Afas nel dire: “Se prima si usciva dalla farmacia con delle buste tipo supermercato, perché tutto era ‘passato’, sostenuto dal SSN, oggi quasi si è costretti a rifiutare la cura. Soprattutto nuclei familiari deboli, di fronte a una prescrizione sempre più spesso extra del SSN, scelgono di acquistare il pane piuttosto che il farmaco. La farmacia è un grande osservatorio dei bisogni e delle loro trasformazioni insieme ad altri osservatori come la Caritas. Tra le finalità Afas c’è quella delle ‘campagne di prevenzione’ e delle ‘campagne sociali’ che ci portano a verificare i bisogni reali della collettività, chiedendo alla stessa di darci una mano”. Per quest’ultima campagna il dottor Cerquiglini ha rilevato una generosità dei perugini non indifferente, perché, ha precisato, “in silenzio, secondo le proprie risorse, hanno donato in maniera spontanea e generosa, privandosi anche di qualche altra cosa. Il successo di questa campagna è dovuto anche ai volontari Caritas che hanno donato del loro tempo nell’essere presenti in farmacia a spiegare la finalità dell’iniziativa”.
Una collaborazione Afas-Caritas che proseguirà. Non è la prima volta che Afas e Caritas Perugia collaborano: lo hanno fatto in passato promuovendo raccolte di prodotti per l’infanzia per i minori di famiglie fruitrici degli Empori della Solidarietà e di farmaci per i detenuti e le detenute. Altre simili campagne saranno organizzate e avviate in futuro e diffuse anche con il sostegno dei media.