E’ giunto al quinto anno consecutivo il “Pranzo della Misericordia” per anziani, persone sole e famiglie in gravi difficoltà, offerto dal “Gruppo di preghiere e opere della Divina Misericordia” attivo a Ponte Pattoli, nell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, in collaborazione con la Caritas locale, che si svolgerà domenica 28 aprile (ore 13), presso il “Salone Trevisani” di fronte alla chiesa parrocchiale della frazione perugina. Al pranzo del 2017 ha partecipato anche il cardinale Gualtiero Bassetti, che l’ha definito «un incontro all’insegna dell’amore e della fratellanza verso il prossimo e dell’integrazione tra le varie etnie».
«Sarà ancora una volta una giornata speciale – commentano Daniela Ciaccarini e Graziella Tabarrini, animatrici di questo gruppo di preghiere –, che riuscirà, come le precedenti, a coinvolgere 300 persone provenienti anche da fuori Ponte Pattoli. Ci incontreremo dopo la messa per condividere non solo il pranzo, ma le storie di vita di quanti si trovano in situazioni difficili: anziani, persone sole, famiglie, spesso giovani, senza fare distinzione del colore della pelle. Il pranzo vuole richiamare l’attenzione della comunità locale ma non solo. Tant’è vero che ogni anno tra i commensali ci sono anche dei rappresentanti delle Istituzioni civili e religiose del capoluogo umbro».
«La riuscita di questo pranzo – sottolineano Daniela e Graziella – è la dimostrazione di quanto può fare l’amore che è la più grande risposta alla chiamata verso la solidarietà e la misericordia che non pone confini, ma si estende sempre di più verso i bisognosi». Nel contempo, dicono le due animatrici, «siamo consapevoli che è un solo giorno, ma come diceva santa Madre Teresa di Calcutta: “Sappiamo bene che quello che stiamo facendo è una goccia nell’oceano, ma l’oceano sarebbe meno vasto se non ci fosse questa goccia”».
I promotori dell’iniziativa auspicano che anche quest’anno ci possano essere molti giovani ad aiutare nel servizio ai tavoli, «una presenza – sostengono – che fa ben sperare nel futuro per un loro inserimento e partecipazione a tutto quello che può significare solidarietà e soprattutto carità cristiana».