«E’ una luce che si spegne per la nostra Chiesa diocesana. Ogni volta che il Padre chiama a sé uno dei suoi figli, provo immensa commozione e prego affinché possa accoglierlo benevolmente e ringrazio il Signore per averlo donato per tanti anni al servizio della Chiesa». Così il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti nell’apprendere stamani, 21 aprile, la notizia del ritorno alla Casa del Padre di don Amerigo Rossi, parroco di Vaiano e Villastrada dal dicembre 1994, esprimendo profondo cordoglio anche a nome dell’intera Chiesa perugino-pievese alla famiglia e alle comunità parrocchiali del sacerdote deceduto all’età di 78 anni a seguito di una grave malattia.
Il cardinale è stato costantemente vicino a don Rossi, facendogli visita in ospedale il giorno prima della morte. Sarà lo stesso porporato a presiedere le esequie del parroco, che si terranno lunedì 24 aprile, alle ore 15, nella chiesa parrocchiale di Vaiano, dove sarà allestita la camera ardente da sabato mattina 22 aprile. La salma sarà tumulata nella tomba di famiglia a Castiglione del Lago, dove don Rossi era nato il 29 agosto 1938. La sua è stata una vocazione “adulta” al sacerdozio, divenendo presbitero diocesano il 9 giugno 1991, a 52 anni, ma la “chiamata” a servire il Signore e la sua Chiesa l’ha avuta molto prima, essendo stato per anni diacono permanente e legato all’Ordine religioso dei Servi di Maria.
Dopo l’ordinazione sacerdotale, nel settembre 1991, fu nominato parroco di Monteleone d’Orvieto e tre anni più tardi chiamato a guidare le comunità parrocchiali di Vaiano e Villastrada e a collaborare con il parroco di Castiglione del Lago per la Pastorale sanitaria presso il locale ospedale, oltre a svolgere il suo servizio sacerdotale anche nella parrocchia di Porto (frazione di Castiglione del Lago).
Don Leonardo Romizi, vicario episcopale della Settima Zona pastorale dell’Archidiocesi, ricorda il confratello scomparso con particolare affetto e gratitudine: «Don Amerigo Rossi, per tutti don Enrico, è stato per noi sacerdoti della Settima Zona un fratello gioioso, simpatico e soprattutto un sacerdote buono e appassionato. Fino all’ultimo è stato fedele alla sua missione».
«Anche se con qualche aiuto, don Enrico ha voluto servire la sua gente fino alla fine – commenta don Romizi –, celebrando la Settimana Santa e la Pasqua pur claudicante ma sempre dicendo: “piano piano ce la faccio”».
«Come parroco si è distinto per fede e cordialità come un buon pastore deve fare – evidenzia il vicario episcopale –. Don Enrico ricordava spesso a noi sacerdoti e alla sua gente, con orgoglio, la sua appartenenza all’Ordine dei Servi di Maria e quindi la sua devozione Mariana».
«La sua diligenza nel condurre la parrocchia – conclude don Romizi – lo faceva ordinato e fedele agli impegni con una devozione a tutta prova per la Chiesa: la nostra Zona pastorale perde un bravo prete e un riferimento per tutti noi».