Assistita fino all’ultimo con amore filiale dalle sue consorelle, suor Erminia Minciarelli, classe 1910, della Congregazione di Gesù Redentore della comunità del Bellocchio di Perugia, è tornata alla Casa del Padre la sera dello scorso 27 giugno. Le esequie, presiedute dal vescovo ausiliare mons. Paolo Giulietti, si terranno il 29 giugno (ore 15.30), presso la chiesa Maria Ausiliatrice del Bellocchio.
Suor Erminia Minciarelli, nata a Nizza il 24 novembre 1910 da genitori italiani emigrati per lavoro in Francia, con lo scoppio della Prima guerra mondiale ritorna in Italia, nella frazione perugina di Strozzacapponi. Il padre Leo, a seguito della chiamata alle armi, morirà al fronte nel 1916. La piccola Erminia sarà la prima orfana di guerra ad entrare nella Casa di accoglienza delle Suore di Gesù Redentore del Bellocchio.
«Una volta compiuti gli studi – racconta suor Leontina Di Maio, superiora della comunità del Bellocchio –, suor Erminia scelse la vita religiosa per mettersi a disposizione di quanti soffrivano, colpiti da disgrazie familiari come la sua».
«Quella di suor Erminia è stata una vita vissuta all’insegna di un amore per gli altri – evidenzia suor Leontina –, donandosi totalmente al servizio dei più bisognosi, fragili ed ultimi. Il suo è stato un amore di misericordia profuso per 36 anni all’interno delle mura della Sezione femminile del Carcere di Perugia». Lo testimonia anche la frase scritta da una sottufficiale a riposo della Polizia penitenziaria su una pergamena consegnata alla comunità di Gesù Redentore dopo aver appreso la notizia della morte di suor Erminia: “Sei sempre stata in portineria ad accogliere con umanità chi sapeva di dovere rimanere ristretta in quel luogo di sofferenza (il carcere). Con l’esempio, le parole e i gesti, per anni hai restituito dignità a coloro che erano considerate “le ultime della società”. Suor Erminia, ricorda ancora suor Leontina, «al personale della Polizia penitenziaria diceva: “la pena l’hanno ricevuta dalla legge, noi dobbiamo solo amarle e guidarle”».
«Fino all’ultimo suor Erminia – commenta la madre superiora – è stata sempre lucida e attiva con la mente, riconoscendo negli ultimi giorni le persone dalla loro voce. Non ha mai fatto un lamento della sua sofferenza fisica che l’offriva al Signore. Il cardinale Gualtiero Bassetti, che ha avuto modo di conoscerla in occasione delle sue visite pastorali alla nostra comunità, di suor Erminia ha detto: “donne consacrate a Dio come lei, nella vecchiaia inoltrata danno ancora frutti alla nostra Chiesa e sono di grande esempio per tutti noi».