Il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti ha scritto una lettera alla comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve «per sottolineare l’importanza di alcuni impegni che ci consentiranno di vivere con maggiore intensità questo tempo di grazia che è la Quaresima. Quest’anno abbiamo anche un motivo particolare per innalzare al Signore le nostre preghiere – sottolinea il cardinale –: il diffondersi del Coronavirus». La lettera – un invito a dedicare più tempo alla riflessione sulla Parola di Dio e alla preghiera soprattutto tra le mura domestiche -, sarà letta dai parroci ai fedeli durante le messe della Seconda Domenica di Quaresima, il prossimo 8 marzo, e inviata a tutte le comunità religiose e monastiche di clausura.
Lettura della Parola di Dio. «È necessario osservare al massimo le precauzioni che via via vengono richieste, ma vorrei soprattutto invitarvi alla preghiera – scrive il presule –. In questi giorni in cui sarà necessario restare di più in famiglia con la presenza a casa dei vostri ragazzi e dei vostri giovani, data la chiusura delle scuole, si dia più spazio alla lettura della Parola di Dio e alla preghiera. La Parola di Dio vi aiuterà a comprendere, come riferimento essenziale per la vostra vita, lo sguardo del Padre “che vede nel segreto”».
Ricostruire la vita. «Sarà davvero un lavoro spirituale coraggioso e impegnativo che vi aiuterà a ricostruire la vostra vita sotto la guida del Padre, pieno di amore, che sta nei cieli e che vi indicherà come modello di vita il Figlio Suo Gesù. Il quale ci dice: “prega il Padre tuo nel segreto, e il Padre tuo che vede nel segreto ti ricompenserà”».
La preghiera è intimità. «La preghiera schiude il nostro cuore al dialogo col Signore – prosegue Bassetti –. La preghiera è incontro con Colui che ci vuole simili a sé. La preghiera è intimità: “stare cuore a cuore con Gesù”. La preghiera è l’unico modo per rientrare in noi stessi. Nella preghiera, cari fratelli, non siamo soli: ci accompagna, ci illumina e ci guida lo Spirito Santo. È Lui che attira nella cella del nostro cuore il Signore. Tornate a pregare fratelli; col Vangelo, con la corona del Rosario, con quelle invocazioni semplici, che una volta chiamavano “giaculatorie”».
La preghiera di intercessione. «Prima di tutto mi rivolgo ai nostri monasteri, a tutti i consacrati e le consacrate. E a voi sacerdoti: pregate incessantemente per il vostro popolo; la preghiera di intercessione è uno dei primi compiti che ci viene affidato dalla Chiesa.
La piccola chiesa domestica. «Si torni a pregare in quella “piccola chiesa domestica” che è la famiglia. Se la famiglia vuole “essere” chiesa, non potrà mai allontanarsi dalla preghiera. Tutti dobbiamo scendere nel profondo di noi stessi – conclude il cardinale –, perché è nel nostro intimo che il Signore ci raggiunge. Se ogni giorno non ci convertiamo e la nostra vita si trascina in un continuo grigiore, è perché manca o non è sufficiente la preghiera».