«Durante questa Visita abbiamo visto, grazie a Dio, delle realtà pastorali belle, ma abbiamo anche colto l’urgenza di camminare insieme». A dirlo è stato il cardinale Gualtiero Bassetti all’assemblea conclusiva della Visita pastorale alle comunità parrocchiali delle sette Unità pastorali (U.p.) della Prima Zona dell’Archidiocesi (Perugia città), in una gremita Sala-Teatro “Giovanni Paolo II” della Parrocchia dell’Oasi di Sant’Antonio, tenutasi nella serata del 10 giugno.
La Visita pastorale del cardinale Bassetti, iniziata nell’autunno 2013 a quattro ambiti sociali di grande attualità ed interesse per la Chiesa diocesana – lavoro, immigrazione, sanità e università -, ha riguardato le 32 U.p. delle sette Zone dell’Archidiocesi. Le ultime ad essere state visitate sono le sette U.p. del capoluogo umbro con una popolazione complessiva di circa 70mila abitanti. Si tratta delle parrocchie dei Santi Filippo e Giacomo in Sant’Agostino, S. Lucia e S. Andrea in cattedrale, S. Domenico, S. Fiorenzo, S. Fortunato, S. Maria Nuova, Santi Simone e Giuda Taddeo al Carmine, San Giovanni Rotondo alla Chiesa Nuova di S. Filippo Neri (1a U.p.), S. Costanzo, S. Ferdinando, S. Maria di Colle, S. Antonio da Padova (Oasi), S. Spirito, Santi Biagio e Savino (2a U.p.), S. Raffaele Arcangelo in Madonna Alta, S. Barnaba in via Cortonese (3a U.p.), S. Faustino, S. Maria in Prepo, S. Maria della Misericordia in Ponte della Pietra (4a U.p.), S. Giovanni Apostolo in Ponte d’Oddi, S. Marco, S. Lucia (5a U.p.), S. Maria Assunta in Monteluce, S. Petronilla, S. Maria Assunta in Casaglia (6a U.p.), S. Donato all’Elce, S. Andrea in Porta S. Susanna e S. Maria in Case Bruciate (7a U.p.).
«In un mondo e in una società sempre più frantumate – ha proseguito il cardinale –, diventa una bella testimonianza, quella dei cristiani che camminano insieme, in comunione e che hanno anche il coraggio di condividere. Non basta più condividere la preghiera, i nostri denari per chi soffre sostenendo le tante opere di carità …, ma è necessario che impariamo anche a condividere la pastorale, cominciando a lavorare di più insieme, soprattutto attraverso le Unità. E questo è il compito, lo sforzo che chiediamo a tutti, sacerdoti e laici, pur sapendo che non è così facile. E’ lo spirito del Concilio Vaticano II che ci ha portato a una nuova visione di Chiesa più in comunione e corpo di Cristo».
Per il cardinale Bassetti la Visita pastorale «non è affatto terminata…, continua soprattutto nell’ambito delle scuole della città di Perugia», come lo stesso presule ha precisato ai microfoni di Umbria Radio. «Sono stato invitato da alcuni dirigenti scolastici a visitare i loro istituti, dove andrò durante il nuovo Anno pastorale che coincide con quello scolastico. Questo tipo d’invito ritengo che sia uno degli aspetti più importanti del mio ministero, perché le domande più profonde sul senso della vita non mi sono state rivolte dalle assemblee parrocchiali, ma dagli incontri nelle scuole, dagli studenti anche non credenti, che però si ponevano dei problemi e per loro era un’occasione preziosa parlare con il vescovo a 360 gradi. Qualunque quesito che i ragazzi ti pongono c’è sempre il modo per annunciare il Vangelo e Gesù Cristo». Altro ambito toccato dal cardinale, che appena gli sarà possibile ritornerà a visitare, è quello «in fermento del carcere», come lui stesso l’ha definito. Inoltre, «problema primario», da sempre molto a cuore al porporato è quello «del mondo del lavoro, soprattutto giovanile, dove è difficile trovare una prima occupazione, e dei quaranta-cinquantenni che perdono il lavoro e faticano molto a reinserirsi. Questi sono problemi primari, perché il lavoro è una realtà che tocca direttamente la dignità della persona».
Il cardinale Bassetti porta nel suo cuore molte cose positive di questa Visita pastorale, ad iniziare da «tutti gli incontri con le famiglie e i ragazzi nelle parrocchie. Molti fanciulli e adolescenti anche quest’anno partecipano ai “Gr.Est.” (Gruppi Estivi, n.d.r.) organizzati dagli Oratori con importanti attività aggregative ed educative di rilevanza anche sociale. Basti pensare che alla loro annuale giornata diocesana, alla quale purtroppo non ho potuto partecipare, erano più di 4mila. La nostra è una Diocesi viva anche se ha i suoi problemi un po’ come tutte le realtà umane divine, dove da una parte c’è lo Spirito Santo che guida, illumina, dà forza e incoraggia, dall’altra parte ci sono tutte le creature umane con i loro limiti».
Anche attraverso la Visita pastorale il presule ha visto «una Chiesa che è desiderosa di crescere, che non ha paura ad affrontare i problemi, perché se io ho potuto fare qualcosa in questa Chiesa – ha commentato Bassetti – è perché sono stato incoraggiato dalla mia Chiesa, che mi ha detto vai avanti perché il mondo oggi attende delle risposte anche dalle nostre realtà ecclesiali. La Chiesa non è fine a se stessa, Gesù l’ha istituita perché fosse come Lui, Luce del mondo. La Chiesa è per la salvezza del mondo, perché in se stessa è già stata redenta dal sangue di Cristo, se leggiamo san Paolo. E’ chiaro che c’è questa affezione per tutti quelli che sono i problemi dell’umanità, perché ogni società, ogni diocesi anche se piccola è sempre uno spaccato di mondo. Oggi non avere questo respiro ampio vorrebbe dire chiuderci, diventare introversi e non essere più una Chiesa in uscita, come ci dice il Papa, una Chiesa ospedale da campo, una Chiesa che come una mamma va a cercare i suoi figli perduti». Per questo l’invito del cardinale, nel consegnare le Lettere pastorali conclusive della Visita a ciascuna U.p. di Perugia città, ad essere Chiesa in comunione nel realizzare «progressivamente quella “pastorale integrata” che è lo stile dell’unità pastorale».