Le celebrazioni in onore di san Costanzo, vescovo e martire, patrono della città di Perugia e dell’Archidiocesi sono culminate con la solenne concelebrazione eucaristica del 29 gennaio nella cattedrale di San Lorenzo presieduta dal cardinale Gualtiero Bassetti insieme al delegato ad omnia mons. Paolo Giulietti, arcivescovo eletto di Lucca, e a diversi sacerdoti, alla presenza dei rappresentanti delle massime Istituzioni civili cittadine e regionali. Rivolgendosi a loro il cardinale ha detto: «mi dà tanto conforto e mi fa tanto piacere che questa sera siamo tutti uniti, la città civile e la città cristiana, attorno al nostro patrono, perché i nostri patroni, sia Costanzo e sia Ercolano, sono stati definiti difensori della città. Siamo un tutt’uno nel ricordare i nostri martiri. Questi santi sono coloro che non solo ci hanno trasmesso la fede e le radici cristiane, ma continuano ad illuminarci nel cammino della vita di tutti i giorni con le loro opere, la loro testimonianza e con i loro esempi. Invochiamo san Costanzo nostro celeste patrono, perché sappiamo tutti che viviamo in momenti non facili della storia dell’umanità intera e per questo c’è bisogno di ricorrere all’aiuto di Dio e dei santi che ci portano al Signore».
Il cardinale Bassetti, nell’omelia, ha ricordato il suo recente viaggio a Panama in occasione della 34a Giornata Mondiale della Gioventù con papa Francesco. Ha voluto trasmettere ai numerosi fedeli convenuti in cattedrale la sua testimonianza di questa esperienza nel dire loro: «vi porto il saluto festoso e pieno di gioia delle migliaia di giovani che gremivano Panama. È stato un vero incontro di fede incarnata e condivisa, e di lode a gloria di Dio, Signore della storia e soprattutto dell’umanità. Egli dona anche oggi, alle nuove generazioni di tutto il mondo, la grazia e la forza di affermare la bellezza della vita cristiana. I giovani sono davvero, come ha detto il Papa, “il presente di Dio”! Sono stato testimone di quell’ardore giovanile e passione evangelica che soli sono capaci di rinnovare la speranza in un mondo nuovo. Talvolta, però – come ha ricordato il Papa – la speranza è sopraffatta dalla stanchezza del vivere quotidiano, sovente appesantito dalla routine e dalla durezza della realtà, che non lascia intravedere orizzonti. Il Santo Padre a Panama ha pronunciato parole vigorose contro questa “stanchezza della speranza” che può cogliere tutti, a ogni età».
«Noi siamo gli epigoni – ha proseguito il cardinale – di quella predicazione che appassionò gli abitanti della Perusia Augusta e la fece cristiana. E cristiana è rimasta Perugia nei secoli, nonostante momenti di crisi sociali ed ecclesiali. Di questa persistenza siamo grati al padre e patrono Costanzo, che con la sua vita eroica, fedele a Cristo fino alla morte, ci ha indicato la strada della resistenza al male, quel male che oggi si fa anche indifferenza, emarginazione, ipocrisia, sarcasmo contro tutto ciò che è cristiano. L’esempio del Santo fondatore ci sprona al rinnovamento della evangelizzazione».
Soffermandosi sull’odierna comunità ecclesiale di Perugia, il presule ha detto: «è impegnata in una rifioritura di vita cristiana, grazie alla dedizione di organismi parrocchiali, di associazioni, di movimenti, che cercano di vivere l’esperienza di fede alla luce della Parola di Dio, testimoniata con opere concrete. Per la nostra Chiesa diocesana la festa del patrono è l’occasione per fare il punto sulla situazione pastorale subito dopo la Visita pastorale. Ho già ricordato alcuni segni di ripresa, legati ad una migliore conoscenza della Parola di Dio e ad esperienze comunitarie sempre più diffuse anche tra i giovani. Dobbiamo perciò insistere su questi concreti percorsi di rinnovamento, che hanno i loro punti qualificanti nei gruppi di preghiera, nella messa domenicale sempre meglio compresa e vissuta, nella rete diffusa di servizi caritativi animati dal volontariato, nelle rinnovate esperienze oratoriane per adolescenti e giovani, nella forte attenzione ai cammini di fede per le coppie che chiedono il sacramento del matrimonio e per le famiglie in difficoltà, sino all’impegno di passare di casa in casa per dire quella parola di vita che nasce dall’incontro salvifico con Gesù».
«C’è la fatica però di fare un salto di qualità – ha aggiunto il cardinale –, perché i tempi e la cultura sono cambiati. Se ne preannunziano altri più complessi e tormentati, che debbono comunque vederci pronti e solleciti, giacché a noi – aiutati dallo Spirito – è affidato il compito di annunciare sempre la «bella notizia», anche alle nuove generazioni. L’adesione alla fede cristiana, la via della Vita, non è un dato automatico che passa di padre in figlio, per via anagrafica, ma c’è sempre di mezzo una scelta, attraverso un doveroso e rispettoso percorso di conoscenza. Sofferta come tutte le scelte, facilitata dalla educazione e dalla testimonianza dei genitori e dell’ambiente cristiano, essa non esclude la fatica del ricercare, magari insieme».
Una delle «regole di “vita buona” – ha evidenziato Bassetti – è senza dubbio quella dell’amore e della carità fraterna che ci chiede di chinarci sui fratelli sofferenti, sugli abbandonati, su quanti ci chiedono aiuto. Il mio pensiero non può non andare alle 47 persone che attendono, fra mille disagi, di essere sbarcate dalla nave Sea Watch. La fede nel Signore ci aiuti sempre a riscoprire la dignità della persona umana e a far sì che non sia mai umiliata!».
Avviandosi alla conclusione, il cardinale ha ricordato che «il nostro tempo è un tempo in cui non si sa più amare; e si soffre per non essere amati, anche umanamente, non solo spiritualmente. Ma l’inizio dell’amore per l’altro, anche per l’altro in ricerca di fede, sta prima di tutto nel fermarsi ad ascoltare le sue ragioni! Tutti, oggi, sembrano impegnati altrove: e invece tutti siamo chiamati a questo ascolto, a questa attenzione al “prossimo”, a questa trasmissione della fede con l’amore e la fedeltà. L’ideale cristiano non è un contenitore vuoto, né un sogno è troppo grande. Ce l’ha insegnato Gesù Cristo; ce l’ha insegnato il nostro padre nella fede Costanzo; ce l’insegnano quei santi feriali, cristiani seri e fedeli, che sanno incontrare Dio nella gioia del servizio mite e umile d’ogni giorno».
Il cardinale Bassetti, nel salutare i concelebranti, ha ringraziato mons. Paolo Giulietti, «figlio di questa terra – ha detto – e per molti anni parroco e vescovo ausiliare. Lo ringrazio dal profondo del cuore per l’impegno profuso nella pastorale e l’aiuto fraterno che mi ha prestato in questi anni».