La chiesa della Madonna della Grazia di Preggio (Umbertide), nell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, vedrà accrescere in questo fine settimana le sue opere d’arte. Domenica 9 settembre, alle ore 18, sarà inaugurata la vetrata artistica che raffigura la beata Colomba da Rieti, vissuta nella seconda metà del XV secolo (Rieti, 2 febbraio 1467 – Perugia, 20 maggio 1501). Sarà il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti a benedire la vetrata al termine della celebrazione eucaristica. L’inaugurazione sarà preceduta dall’intervento di saluto del parroco don Francesco Bastianoni. Alla celebrazione eucaristica e alla solenne benedizione della vetrata parteciperanno anche numerosi membri dell’Associazione Culturale Beata Colomba, realtà culturale impegnata da anni nel trasmettere e valorizzare la memoria e la testimonianza religiosa e sociale della Beata nell’Archidiocesi perugino-pievese.
La vetrata, che ritrae Colomba da Rieti, è stata voluta dalla famiglia Vignoli, originaria di Preggio, e realizzata dallo Studio Moretti Caselli di Perugia, laboratorio già noto oltre i confini perugini in quanto autore, tra gli altri, di prestigiosi lavori quali, ad esempio, “Il Martirio di San Lorenzo” e “Il Presepio” siti nella cattedrale di San Lorenzo, la vetrata del duomo di Arezzo e quella dell’abside della basilica di Santa Maria degli Angeli di Assisi.
«Per noi, quest’opera – spiega il parroco don Francesco Bastianoni – è molto significativa in quanto è l’ultimo tassello di un percorso iniziato nel 1984, anno in cui mi è stata affidata la parrocchia di Preggio. Al mio arrivo questa chiesa era praticamente distrutta e abbiamo deciso di adoperarci per restaurarla. Così, piano piano e con innumerevoli sforzi, anche economici, siamo riusciti a recuperare l’immensa bellezza di questo monastero e la vetrata artistica rappresenta il tocco finale». Quest’ultima opera andrà ad affiancarsi ad un altro capolavoro: “La Madonna col Bambino, due Angeli e in alto il Padre Eterno”, affresco attribuito al Pinturicchio e anch’esso recentemente restaurato.
Nel più ampio rispetto della tradizione iconografica, la vetrata dello Studio Moretti Caselli ritrae la beata Colomba nei suoi “tipici” abiti: vesti domenicane nere, capo cinto da una corona di rose bianche, con in mano un giglio e una colomba. La donna, sin da bambina, sentì una forte attrazione interiore verso il Signore e, in modo particolare, venne colpita dalla figura di santa Caterina da Siena. Furono sensazioni così intense da portarla, nel 1486, ad aderire all’Ordine delle terziarie domenicane e, due anni dopo, all’intenzione di trasferirsi definitivamente proprio a Siena. Tuttavia, durante questo viaggio, la Beata Colomba si fermò a Perugia, dove fondò la comunità monastica domenicana delle “Colombine”. Nel capoluogo umbro, fu molto attiva anche nella vita politica cittadina e decisivo fu il suo intervento volto a porre un freno alle continue lotte intestine. Venne beatificata il 25 febbraio 1625 da Papa Urbano VIII.
Notizie sulla presenza delle “Colombine” a Preggio risalgono al giugno 1593, anno in cui il vescovo di Perugia Napoleone Comitoli si recò in questo luogo in visita pastorale. In tale occasione il presule segnala l’edificio come Monastero di Santa Caterina sine clausura unito al monastero della Beata Colomba di Perugia. Conferme della presenza in quell’epoca della struttura pervengono anche dal cancelliere Francesco Riccardi, autore del “Manoscritto Riccardi”, repertorio di chiese e luoghi pii. In quest’opera l’autore parla di un “Mon. B. Columbae” situato proprio a Preggio nei decenni centrali del Seicento.