«Pranzare insieme con tutte voi il giorno di Natale è un segno dell’attenzione da parte mia e della Caritas diocesana verso voi che state vivendo una condizione particolare della vostra vita. Auguro a voi, alle vostre famiglie, a tutto il personale di quest’istituto, perché il carcere è una grande realtà, un Natale buono e luminoso. La luce più forte è quella che viene da Betlemme e che possa illuminare tutti gli angoli bui che sono nella nostra società e la realtà del carcere è uno di questi. Solo la luce di Gesù può illuminare uomini, donne ed entrare nel profondo del cuore e dei problemi che ciascuno di noi porta con sé. Il Bambino di Betlemme non vi deluderà!». Con queste parole il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, ha salutato, all’inizio del pranzo di Natale, i 95 commensali presenti in una sala della sezione femminile della Casa Circondariale di Capanne Perugia, che per la prima volta ha ospitato quest’iniziativa. Anche quest’anno una rinomata pasticceria del centro storico della città non ha fatto mancare il suo dono al tradizionale pranzo di Natale del cardinale con gli “ultimi”, un panettone farcito di 10 kg che ha reso ancor più familiare l’incontro. Durante il pranzo un gruppo di donne ha intonato dei canti spiritual accompagnati con entusiasmo da tutti i partecipanti attraverso il battito ritmato delle mani, quasi da respirare un’aria da pranzo in famiglia. A ciascuna detenuta sono stati donati dalla Caritas diocesana un presepe in miniatura, in legno d’ulivo, confezionato da una famiglia palestinese della parrocchia di Santo Spirito e una agenda tascabile 2020.
Segno di umanità e di speranza oltre la reclusione.
Tra gli ospiti del cardinale (il pranzo è stato offerto da lui e servito da volontari), oltre a settanta detenute, c’erano la direttrice del Carcere Bernardina Di Mario, il comandante della Polizia Penitenziaria Fulvio Brillo, il cappellano padre Francesco Bonucci, il direttore della Caritas diocesana Giancarlo Pecetti con la moglie Maria Luisa, la responsabile del gruppo volontari in carcere dell’Associazione perugina di volontariato suor Carla Casadei, i rappresentanti di altre associazioni di volontariato e la giovane famiglia della titolare del servizio di ristorazione esterno alla struttura che ha preparato il pranzo. Per i suoi figli è stata una particolare esperienza di vita nel giorno di Natale, quando molti dei coetanei sono affaccendati ad aprire i regali sotto l’albero, vissuta comunque con gioia perché ha permesso loro di stare insieme alla mamma al lavoro. Una detenuta ha commentato: «Oggi è davvero Natale, perché ci sono dei ragazzi, che, pur prendendo coscienza di questa dura realtà, ci fanno sentire quasi a casa». Anche questo è un segno di umanità all’interno di un carcere, che va colto come un messaggio di speranza: una vita migliore ci può essere oltre la reclusione.
Siamo tutti peccatori, ma non tutti delinquenti.
Al termine del pranzo, il cardinale Bassetti ha letto alcuni brani delle lettere che negli anni ha ricevuto da detenuti e detenute. Come ha evidenziato lo stesso presule, «ci aiutano ad accogliere dei motivi di speranza, perché la speranza è la più grande virtù cristiana e umana. Se si perde la speranza e si perde la fede si brancola nel buio. Non voglio essere io, oggi, a farvi la predica, ma ascolterete le parole dette da alcuni di voi, come quelle della lettera, che ho riletto con il cuore, che mi ha spinto a venire a fare il Natale con voi: “Padre ci aiuti, siamo tutti peccatori, ma non tutti delinquenti. Ci consola il fatto che la giustizia divina non ha tempi più lunghi di quella umana”».
Alcuni brani delle lettere di detenuti e detenute al cardinale Bassetti.
“La invitiamo a visitare con amore le persone più isolate e abbandonate, i malati, gli anziani, i carcerati… Lei potrà entrare in contatto con la nostra sofferenze e noi avremo più gioia nel cuore… Ci aiuti Padre a sopportare le nostre disgrazie fisiche e morali. Ci aiuti con la sua preghiera… Abbia a cuore le nostre povere famiglie… Oggi nasce Gesù: affidiamo a Lei le nostre speranze, e i nostri dolori. Ci aiuti con la preghiera, perché le nostre condizioni di vita possano essere alleggerite… Noi abbiamo una sola vita sulla terra e forse in parte l’abbiamo sciupata. Quello che ci rimane sta scivolando via”.
“Non vogliamo continuare ad inseguire illusioni, non vogliamo soltanto piangere sulle occasioni perdute… Ci aiuti Padre a vivere la vera vita, ad accogliere Gesù. Oggi sarà Natale anche per noi?”
“Vivere con Dio e per Dio è la vera vita… Nella sua grazia e misericordia, Lui soccorre le nostre debolezze e ci fa nuovi”.
I commenti della direttrice del Carcere Bernardina Di Mario e del comandante della Polizia penitenziaria Fulvio Brillo
Il cardinale Bassetti è giunto al Carcere di Capanne Perugia poco prima di mezzogiorno ed è stato accolto dalla direttrice Bernardina Di Mario e dal comandante della Polizia penitenziaria Fulvio Brillo.
«La presenza del cardinale Bassetti, oggi, dà un senso al Natale anche all’interno di questa struttura – ha commentato la dott.ssa Di Mario –. D’altronde la vicinanza all’Istituto e alle persone che ci lavorano e ci vivono il cardinale l’ha sempre dimostrata. La prima visita pastorale da neo arcivescovo di Perugia fu alla realtà del Carcere di Capanne, come anche la prima visita da neo cardinale, lanciando sempre un segnale importante nel fare da collegamento con la comunità cittadina civile e religiosa. Sin dall’inizio ha voluto che questa realtà si sentisse parte della sua Diocesi, diventando uno dei luoghi preferenziali della comunità cristiana tra quelli più difficili. Si tratta di un “ponte” non immaginario, ma concreto che il cardinale Bassetti ha costruito con l’aiuto di molti. Basti pensare alle realtà di volontariato come l’Associazione perugina di volontariato, la Caritas diocesana, la Croce Rossa, l’“Ora d’aria”, che contribuiscono in maniera fattiva affinché all’interno dell’istituto la pena abbia una funzione risocializzante. Anche il pranzo di Natale, è un’occasione per guardarsi l’un l’altro con occhi diversi e con uno spirito di solidarietà, inclusione, in modo da scrivere delle pagine migliori del libro della vita di ognuno guardando con fiducia al futuro».
«Anche oggi il personale è contento della visita di sua eminenza – ha commentato il comandante Brillo – in quanto rende più vicino il mondo esterno a quello interno e questo nobilita il nostro lavoro che svolgiamo 24 ore su 24, incluso i giorni festivi come il Natale. E’ un’attenzione alla nostra realtà che dimostra la vicinanza della Chiesa e dei cittadini verso il carcere che, non va dimenticato, è una parte della nostra società».