Lo ha ricordato anche papa Francesco durante l’Angelus di domenica scorsa: oggi, 20 giugno, è la Giornata mondiale del rifugiato. La speranza è che la ricorrenza, promossa dalle Nazioni Unite, possa richiamare l’attenzione verso tante persone che fuggono da guerre, violenze, persecuzioni per inseguire il sogno di un’esistenza libera e dignitosa. Il Santo Padre invita, ancora una volta, ad abbandonare atteggiamenti di paura e diffidenza, ad abbattere i muri di pregiudizio e a costruire ponti di dialogo e ad entrare in relazione con chi è portatore di culture diverse.
Merita pertanto attenzione la recente “impresa” dell’African Team Caritas, la squadra di calcio formata da richiedenti asilo ospiti del “Progetto di accoglienza” della Chiesa perugino-pievese, che si è aggiudicata domenica 18 giugno le finali nazionali Opes 2017 disputate a Riccione, battendo gli avversari con un risultato di 1-0. Grande l’entusiasmo degli 11 giocatori originari del Gambia, Ghana, Senegal e Nigeria che, con forte determinazione e tanto fair play, hanno lottato per aggiudicarsi l’ambito trofeo. Il titolo è stato conquistato al termine di una tre-giorni calcistica che ha portato la squadra “perugina” ad avere la meglio sulle squadre italiane partecipanti al torneo.
Un bis, in realtà, dopo la vittoria del campionato provinciale Opes di calcio a 7 e che ha visto il club amatoriale impegnato per tutta la stagione invernale. Ma il risultato di domenica scorsa ha una valenza speciale, se si considera che molti giocatori scesi in campo sono impegnati nel digiuno del Ramadan. E, soprattutto, dall’impossibilità di bere. Dunque prova fisica assai impegnativa, viste le temperature massime registrate in questi giorni e gli alti livelli di umidità. All’entusiasmo degli atleti fa seguito la soddisfazione del mister Ilio Morettini, operatore del “Progetto di accoglienza” che, per l’occasione, ha seguito anche la preparazione fisico-atletica dei giovani. Una squadra di giocatori improvvisati, va sottolineato, che si è allenata nel tempo libero dagli impegni nei lavori di pubblica utilità (svolti nelle aree verdi della città) e dalla cura quotidiana di una vasta coltivazione di 32.600 piantine di pomodori di tre diverse qualità impiantata nella periferia perugina, nel terreno adiacente alla struttura di accoglienza.
Per l’occasione, le imprese calcistiche di domenica dell’African Team Caritas sono state supportate da un tifo straordinario: una cinquantina di supporters, richiedenti asilo anch’essi e coinquilini degli atleti, i quali, partiti da Perugia a bordo di un autobus, hanno raggiunto la cittadina romagnola decisi a sostener i loro atleti. Una partecipazione straordinaria, di bambini, ragazzi e donne che ha contribuito al raggiungimento del felice risultato finale.
E al termine delle partite, per festeggiare, squadra, tifosi e accompagnatori hanno raggiunto una vicina spiaggia libera dove hanno trascorso qualche ora in riva al mare. Pranzo al sacco e “cappellini d’ordinanza”, la folta comitiva eterogenea – presenti anche tre donne in dolce attesa e ragazzini di diversa età – ha superato lentamente le diffidenze iniziali per accostarsi soltanto in un secondo momento alle acque dell’Adriatico e godere di un bel bagno ristoratore.
«Pesanti i ricordi legati al mare – spiega Stella Cerasa, assistente sociale e operatrice del “Progetto accoglienza richiedenti asilo” – per chi ha affrontato traversate a bordo di barconi fatiscenti sfidando onde assassine. Per chi ha visto morire familiari e compagni di viaggio tra i marosi del Mediterraneo. Ferite e ricordi che tornano costantemente nei disegni dei bimbi e negli incubi degli adulti».
Soltanto un approccio empatico e rispettoso da parte degli operatori ha dissipato paure e timori e la presenza di numerosi palloni colorati ha fatto il resto, per vivere alfine tutti insieme una serena giornata al mare.
Com. stampa a cura di Paola Mannocci /