Giunto di recente in partecipazione a tutti i soggetti interessati, il nuovo Piano regionale umbro contro la povertà è all’attenzione anche dell’Osservatorio sulle povertà e l’inclusione sociale dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve diretto dall’economista Pierluigi Maria Grasselli. Il prossimo 21 settembre l’Osservatorio presenterà il suo terzo “Rapporto sulla povertà” curato per conto della Caritas diocesana. Di seguito alcune propositive considerazioni del prof. Grasselli sull’importante documento della Regione.
«Il Piano umbro contro la povertà, come gli altri Piani regionali prodotti in concomitanza – evidenzia il direttore dell’Osservatorio diocesano –, si sviluppa lungo le linee dettate dal D.Lgs.147/2017, istitutivo del REI (Reddito di inclusione), che è frutto di un forte impegno collettivo, nel cui ambito ha appunto operato l’Alleanza contro la povertà costituita qualche anno fa tra Acli, Caritas, le principali associazioni sindacali e qualche decina di altri organismi, e che ha molto lavorato per la formulazione e l’approvazione del REI».
Un vero punto di svolta nelle politiche sociali, ma con aumento consistente di risorse.
Si tratta, sostiene Grasselli, di «un forte impegno, che ha consentito di tener conto, nella dimensione normativa, dei più importanti fattori generativi e dei caratteri della povertà e delle situazioni di marginalità ed esclusione sociale; e che ha permesso di mettere a punto una strategia articolata e complessa per affrontare queste situazioni, un vero punto di svolta nelle politiche sociali finora attivate su questo fronte. Anche se l’attuazione di questa strategia richiederebbe un aumento consistente di risorse, rispetto a quelle sino ad oggi stanziate, per beneficiare in misura adeguata il complesso degli aventi diritto; per sostenere con contributi e percorsi adeguati tutti i poveri assoluti. L’esame del Piano ci può aiutare comunque a cogliere aspetti e condizioni fondamentali di un’azione che cerchi di essere efficace nel restituire dignità e autonomia a persone che soffrono le situazioni suddette».
Interventi per fronteggiare le necessità delle famiglie in povertà.
«Mentre trovo del tutto inadeguata nel Piano la rappresentazione del contesto socio-economico regionale in cui applicare con efficacia una normativa di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale – sostiene l’economista –, è abbastanza articolata la descrizione che il Piano umbro cerca di fornire, anche se a grandi linee, delle strutture di governance per l’applicazione sui territori delle disposizioni per il REI». Al riguardo Grasselli suggerisce «alcune possibili avvertenze che dovrebbero essere adottate. Si sente l’esigenza, per poter esercitare un controllo appropriato sugli interventi, di conoscere nei dettagli gli Accordi di collaborazione, che dovrebbero essere stipulati tra le Zone sociali e gli altri enti e organismi deputati a fornire l’ampio ventaglio di servizi (per inserimento lavorativo, istruzione e formazione, politiche abitative, salute, …) previsti per fronteggiare le necessità dei nuclei familiari in povertà. Tali necessità sono numerose e ben evidenziate nel “Terzo Rapporto” sulla povertà, messo a punto dalla Caritas diocesana, e che sarà presentato il prossimo 21 settembre. Di questi servizi il Piano, che ricorda le linee principali degli interventi previsti dal D.Lgs.147, fornisce l’elenco e una descrizione sintetica. Per alcuni di essi si osservano stanziamenti rilevanti, il che legittima l’aspettativa di un accurato monitoraggio dell’attività svolta in corrispondenza».
L’importanza del Terzo Settore e le raccomandazioni dell’Alleanza contro la povertà.
«Si parla inoltre a più riprese dell’importanza del Terzo Settore – sottolinea Grasselli –. Al riguardo, si avverte la necessità di disporre di indicazioni per comprendere il ruolo effettivo a questo assegnato.E per conoscere le forme di coinvolgimento e consultazione di Autonomie locali, parti sociali e Terzo settore. Come suggeriscono le Linee guida, proposte dall’Alleanza contro la povertà, per il confronto sui Piani regionali, sarebbe necessario conoscere i programmi specifici, per territori, di rafforzamento degli interventi e dei servizi. In generale, per i vari aspetti rilevati, l’Alleanza raccomanda una loro specificazione concreta e possibilmente misurabile. Occorrerebbe inoltre prendere conoscenza delle modalità di valutazione e monitoraggio che verranno adottate, introducendo finalmente una prassi sinora del tutto trascurata in Umbria, e non solo per le politiche sociali».
L’appello al Governo: “costruire correggendo”.
«Come suggerisce l’Alleanza nella lettera al Governo il 27 giugno u.s., intitolata “Un impegno a combattere la povertà assoluta”, il Governo dovrebbe seguire la logica del “costruire correggendo”. A tal fine, occorre avviare rapidamente il monitoraggio, cogliere le criticità rilevate nell’attuazione del REI e introdurre gli opportuni correttivi. Questi potranno riguardare sia l’utenza che l’importo, la durata, l’equità distributiva, la rete dei servizi, in particolare, per un’adeguata presenza degli operatori del servizio sociale professionale, e per il necessario sviluppo dei Centri per l’impiego».
Considerazioni che il direttore dell’Osservatorio diocesano sulle povertà sottopone «alla riflessione di quanti operano nel contrasto alla povertà e all’esclusione sociale, nella speranza di mantenere sempre vigile e vivo questo impegno, e di accrescerne l’efficacia. Credo peraltro – conclude il prof. Grasselli – che ciò valga per i cittadini in generale. E ‘importante che essi, se tengono al loro buon vivere, comincino ad occuparsi di questi aspetti, che ne conoscano il funzionamento, e pratichino il controllo della loro efficacia, anziché limitarsi a deplorare il comportamento degli amministratori».