In una gremita chiesa parrocchiale “Regina della Pace” del quartiere Santa Lucia di Perugia si è svolta, domenica scorsa, a livello diocesano, la XXVII Giornata mondiale del malato che Chiesa celebra oggi, 11 febbraio, solennità della Beata Vergine Maria di Lourdes. Il cardinale Gualtiero Bassetti ha presieduto la celebrazione eucaristica con diversi sacerdoti alla presenza di centinaia di fedeli tra malati, disabili, anziani, familiari, operatori socio-sanitari e volontari di associazioni e organizzazioni che prestano la loro opera in ospedali, case di cura e di riposo, strutture per persone diversamente abili e a domicilio. Il porporato, salutando tutti loro all’inizio dell’omelia, ha evidenziato che questa Giornata pone al centro «una comunità, purtroppo, sempre più vasta che richiede giorno per giorno una continua attenzione e una fraterna dedizione». La presenza di medici e di aderenti alle associazioni di volontariato «testimonia quanto nella nostra Chiesa e nella società sia sviluppato il senso di solidarietà e di aiuto al prossimo».
La malattia compagna di vita.
Riflettendo sulle letture della Parola di Dio proclamata nella messa di domenica, dedicate a «tre personaggi biblici, Isaia, Paolo e Simon Pietro», il cardinale ha parlato del «limite umano» che «constatiamo anche nella precarietà della nostra dimensione fisica, nella malattia, accompagnata da dolore, sofferenza e, molto spesso, solitudine. Il dolore della malattia non è mai totalmente condivisibile, resta racchiuso in noi, solo Dio lo conosce. La malattia ci è compagna di vita, a volte in maniera più evidente, altre volte in maniera più nascosta. La solitudine ingigantisce il senso del dolore e dal corpo lo fa entrare fin dentro l’anima, così che tutto il nostro essere “geme e soffre” nella finitezza umana. Noi cristiani, del resto, siamo ben consapevoli, che non possiamo pretendere di costruirci vie di autentica felicità facendo a meno della croce. La croce di Gesù, la nostra croce, è riassunta nell’Eucaristia, che è vita donata, pane spezzato per la vita nostra e del mondo. L’Eucaristia ci sostiene e ci ricorda il senso ultimo della sofferenza, l’immedesimazione nel Signore morto e risorto».
Un dono gratuito tra persone che si riconoscono fratelli.
«Nel tempo della malattia – ha evidenziato il cardinale –, cerchiamo certo l’aiuto della medicina e della tecnica per risolvere il problema almeno sul piano fisico. Ma una cura altrettanto importante è quella della solidarietà e della vicinanza tra malato e assistente. La presenza accanto ai fratelli malati è un aiuto altrettanto efficiente come quello medico: dona fiducia e sollievo, spazza via le paure. Anche porgere un bicchiere d’acqua, non è solo un gesto che disseta, ma che ridona vita. Com’è importante questo servizio verso i fratelli malati, anziani e sofferenti. Quanto è importante che esso sia un dono gratuito tra persone che si riconoscono fratelli. A questa vasta realtà della solidarietà umana è dedicato il messaggio di papa Francesco per la Giornata mondiale del malato 2019, dal titolo eloquente: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Mt 10,8). “La gratuità umana – ricorda il Papa – è il lievito dell’azione dei volontari che tanta importanza hanno nel settore socio-sanitario e che vivono in modo eloquente la spiritualità del Buon Samaritano…”».
Maria sia il modello di ogni vicinanza al dolore.
Il cardinale Bassetti, avviandosi alla conclusione, ha ricordato la grande santa del nostro tempo Madre Teresa di Calcutta, rivolgendosi in particolare ai numerosi volontari presenti. «Bene si addice a tutti questi “angeli” del volontariato – ha detto il presule – quella carta d’identità che Madre Teresa aveva stilato per ogni cristiano: “Siate sempre l’espressione della bontà di Dio…”». Al riguardo ha richiamato l’attenzione sul concetto di «ospedale “etico”, come oggi si chiede», che «è fatto non solo dalle strutture, ma dal cuore di chi ci lavora. E così ogni assistenza al malato. Grazie per la vostra presenza, carissimi volontari, e per il dono gratuito della vostra vita accanto ai malati e ai sofferenti. Maria, che sostenne il Figlio Gesù nell’ora della croce, sia il modello di ogni vicinanza al dolore e ci aiuti a far nostre le sofferenze del prossimo, perché la condivisione è inizio di salvezza».
Il cardinale, al termine della messa, si è intrattenuto con alcuni disabili abbracciandoli e dandogli la benedizione, tra cui Zelinda Elmi del Centro volontari della sofferenza (Cvs), e con i collaboratori dell’Ufficio diocesano per la pastorale della salute diretto dal dottor Stefano Cusco. Quest’Ufficio promuove da sette anni, a livello di Zone pastorali, il Meeting “E io vi ristorerò… nella sofferenza la Speranza” rivolto ad anziani, malati, disabili, operatori sanitari, volontari e famiglie.
Presentato il 7° Meeting della Pastorale della salute con la consegna del suo “stendardo”.
Ad aprire la celebrazione eucaristica è stata la testimonianza del diacono Luciano Cerati della Quinta Zona pastorale dell’Archidiocesi (Marsciano – Valle del Nestore), dove si è svolto lo scorso anno la sesta edizione del Meeting, che quest’anno si terrà a Perugia città (Prima Zona pastorale), domenica 2 giugno, in pieno centro storico, culminando con il grande concerto serale, sulla gradinata della cattedrale di San Lorenzo, dei sette Cori zonali dell’Archidiocesi in rappresentanza delle diverse Corali parrocchiali. «Il Meeting è stato per le nostre comunità parrocchiali – ha sottolineato il diacono Cerati – come formazione per l’avvicinarsi al mondo della sofferenza, perché tante sue sfaccettature, spesso, non le conosciamo. E’ necessario entrare il quel mondo per conoscerlo come in tutte le cose della vita. Penso che sia importante la partecipazione di tante persone, come è successo nella nostra Zona pastorale, per la riuscita del Meeting, un’esperienza che non si cancella facendoci stare più vicino a quanti soffrono non solo nel corpo, perché la depressione è una malattia come lo è la povertà economica che si porta dietro la solitudine ed altro. I parroci, soprattutto, devono essere i promotori di questo evento di formazione e di evangelizzazione». Al termine della celebrazione il cardinale Bassetti ha consegnato al vicario episcopale della Prima Zona pastorale, mons. Saulo Scarabattoli, il simbolo del 7°Meeting, lo “Stendardo”, che sarà custodito in cattedrale per un anno.