La Giornata per la Vita nell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve è stata celebrata con alcuni incontri (a partire dal 1 febbraio) sulla vita nascente ma anche sulle vite violate, come quelle di tanti migranti e su quanti sono al crepuscolo della loro vita, perché anziani o malati terminali, con un unico filo conduttore, il tema centrale della Giornata 2018: “Il Vangelo della vita, gioia per il mondo”. Non è mancato neppure il ricordo di chi ha messo a repentaglio la propria vita per salvare quella degli altri, come un noto parroco perugino che salvò degli ebrei, dichiarato “giusto tra le nazioni”, mons. Federico Vincenti (1885-1954), parroco di Sant’Andrea in Porta Santa Susanna a cavallo dell’ultima guerra.
Gli incontri, promossi dall’Ufficio diocesano per la pastorale familiare in collaborazione con il Movimento per la Vita, sono culminati con la celebrazione eucaristica di domenica pomeriggio 4 febbraio, nel complesso interparrocchiale San Pio da Pietrelcina in Castel del Piano di Perugia, presieduta dal vescovo ausiliare mons. Paolo Giulietti insieme al parroco don Francesco Buono e al vice parroco don Simone Pascarosa, animata dal Coro Jubilate Deo dell’Unità pastorale di Castel del Piano-Pila.
Mons. Giulietti, nella sua breve ma significativa omelia, ha evidenziato che «Gesù nel Vangelo opera guarigioni come segni del Regno di Dio che ormai è a portata di mano: egli non intende risolvere i problemi dell’umanità, bensì coinvolgere gli uomini nella costruzione di un mondo migliore, con il suo aiuto e secondo il progetto del Padre. Nella Giornata per la Vita preghiamo dunque di convertirci al Vangelo della Vita, cioè di ritenere che valga sempre la pena operare con fatica per il bene».
Sono seguite due testimonianze richiamando non poco il tema della Giornata, che «hanno commosso l’assemblea – commentano i coniugi Maria Rita e Gianluca Carloni, responsabili della Pastorale diocesana familiare – sottolineando l’aspetto della gioia come frutto indiscusso quando si sceglie come obiettivo di promuovere il dono della vita». La prima testimonianza, proseguono i Carloni, «è stata quella di Lory, una ragazza di diciotto anni che abbandonata dal fidanzato e in attesa di un bimbo con apparenti problemi di salute, rinuncia all’aborto terapeutico, dando alla luce una bambina sana e bellissima. Lory è stata inserita nel “Progetto Gemma” di Perugia sostenuto dal Movimento per la Vita, che solo lo scorso anno ha salvato la vita di 23 bambini». L’altra testimonianza «è stata quella di Maria Grazia Marcacci, assistente sociale presso la Residenza protetta “Creusa Brizi Bittoni” di Città della Pieve – proseguono Maria Rita e Gianluca Carloni –, che si occupa di anziani e malati terminali accompagnandoli oltre la vita terrena secondo uno sguardo di fede che li aiuta a vivere questo passaggio con piena dignità e nella gioia di una speranza che ha il gusto e la certezza della vita eterna».