L’Anno scolastico 2017-2018 sta volgendo al termine anche per la Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve, la cui condirettrice Maria Luisa Pecetti ha partecipato, il 31 maggio scorso, presso il Liceo Statale “A. Pieralli” del capoluogo umbro, alla tavola rotonda conclusiva del percorso dell’Alternanza Scuola/Lavoro.
“Conosco la Caritas”.
«Il Liceo “Pieralli” – spiega la condirettrice Caritas – ha portato avanti 12 progetti ed ha stipulato 27 convenzioni coinvolgendo 709 alunni del 3°, 4° e 5° superiore. I progetti hanno spaziato tra vastissimi ambiti: dal giornalismo al turismo, dal benessere alla gestione museale, dall’ecologia alla lettura con il coinvolgimento anche il Terzo settore. Dodici alunni hanno partecipato al progetto “Conosco la Caritas”. I ragazzi sono stati divisi in gruppi di quattro e per una settimana hanno affiancato i vari operatori nelle loro attività: direzione, amministrazione, segreteria, ufficio progetti, consulenza sanitaria e in modo particolare due “fiori all’occhiello” delle opere segno e servizi Caritas, l’organizzazione del Centro di ascolto diocesano e l’Emporio della Solidarietà “Tabgha” dove maggiormente è visibile l’attività di volontariato.
Ragazzi pronti, interessati e creativi.
«L’esperienza è stata davvero molto positiva – commenta Maria Luisa Pecetti –, i ragazzi sono stati coinvolti in simulazioni di piccoli progetti o in attività alla loro portata e si sono mostrati pronti, interessati e creativi. Sono esperienze ripetibili perché mettono i giovani a contatto con il Volontariato e con il No profit e gli stessi vedono con i loro occhi che si possono fare delle cose con gratuità e con passione».
La coesione sociale nasce quando l’altro non è ignorato.
«Abbiamo voluto mostrare loro che la crescita di una società non è data solo dal profitto – evidenzia la responsabile Caritas –, ma che ci sono risorse da mettere in campo come il tempo, le competenze e l’umanità spendibili gratuitamente per gli altri. I ragazzi hanno anche visto le fragilità non solo economiche, ma di solitudine, di perdita di speranza, di desiderio di ascolto. Speriamo che siano giunti alla constatazione che la coesione sociale nasce quando l’altro non è ignorato o sconosciuto. Non ultimo c’è stato un proficuo scambio generazionale tra operatori, per lo più pensionati e giovani, con il bagaglio di entusiasmo e creatività di questi studenti».
Un’esperienza da ripetere per la crescita umana degli individui.
«Se ci sarà offerta l’opportunità – conclude Maria Luisa Pecetti – saremo bel lieti di ripetere quest’esperienza il prossimo anno, che “sul campo”, oltre ad aiutare ad approfondire le discipline di studio, contribuisce non poco a consolidare la crescita umana degli individui».