Il 9 dicembre alle ore 11 presso il Villaggio della Carità a Perugia l’Uffico Migrantes diocesano insieme a Caritas hanno presentato la XXXIII edizione del Rapporto Caritas – Migrantes sull’immigrazione “Popoli in cammino”. Riportiamo l’articolo di Riccardo Liguori su “La Voce” del 13/12/2024.

Per comunità sempre più accoglienti

Promossa dall’Ufficio diocesano Migrantes, la presentazione del Rapporto immigrazione 2024 “Popoli in cammino” è stata l’occasione per fare il punto sull’accoglienza dei migranti nella Chiesa

I dati – persone più che numeri – aiutano a cambiare la mentalità, a vincere la paura nei confronti del diverso, a gestire il fenomeno migratorio come una ricchezza.

È quanto è emerso a Perugia, il 9 dicembre, alla presentazione del XXXIII Rapporto immigrazione Caritas-Migrantes 2024 Popoli in cammino . Si è colto dagli interventi che l’emigrazione è, soprattutto, ricchezza sociale, economica, culturale e religiosa. Basti pensare alle comunità cattoliche filippine e latino-americane nel testimoniare la loro fede, che diventa pungolo per quella delle comunità ospitanti anche umbre. L’immigrazione è un fenomeno che non va strumentalizzato né a destra né a sinistra. Da Perugia l’appello a praticare politiche di integrazione più che di respingimento, per una maggiore conoscenza reciproca che sconfigga la paura verso l’immigrato, oltre a valorizzare le diversità per costruire una società più giusta. Esempi arrivano dal mondo del lavoro dove si incontrano e collaborano persone dalle differenti culture e religioni.

Alla presentazione sono intervenuti don Marco Briziarelli , direttore della Caritas diocesana, il diacono Vito Simone Foresi , direttore dell‘Ufficio Migrantes diocesano, mons.

Pierpaolo Felicolo , direttore nazionale della Fondazione Migrantes, Simone Varisco , referente del Rapporto Immigrazione della Fondazione Migrantes, e l’arcivescovo Ivan Maffeis, che si è soffermato sulla fede dei migranti.

“In maggioranza sono cristiani di diverse confessioni, soprattutto ortodossa – ha detto mons. Maffeis –, ma c’è anche un rapporto di dialogo-stima con la comunità mussulmana. La fede arricchisce le persone, le comunità in cui vivono e lavorano”. Ha raccontato dell’incontro interreligioso in vista del Natale tenutosi in una azienda di Marsciano a cui ha preso parte l’imam Khalid Chakri . “Il luogo di lavoro – ha commentato l’arcivescovo – è uno dei principali luoghi di conoscenza, integrazione e valorizzazione della persona”.

Ha poi espresso gratitudine ai sacerdoti cattolici esteri presenti in diocesi, don Lucian, don Vasil, don Anthony, perché «svolgono un prezioso servizio pastorale “ponte” tra nuovi venuti e le nostre comunità… È un mondo che cambia, è anche una Chiesa che si apre e che I cambia”.

“Giornate come questa – ha evidenziato mons. Maffeis – ci aiutano a comprendere l’importanza che i nostri parroci

si sentano i primi responsabili di coloro che vivono il territorio, quindi, sensibilizzare le comunità a sentirsi responsabili di questi nuovi fratelli e di queste nuove sorelle è un aspetto che va intensificato a livello di collaborazione tra parrocchie, Migrantes e Caritas. Un esempio potrebbe essere la preparazione della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, che è ancora una cenerentola”.

L’auspicio di mons. Maffeis è quello di vedere nuovi ingressi, anche di migranti, nei consigli pastorali parrocchiali, perché “l’entusiasmo che portano anche nel campo della fede può solo fare del bene alle nostre comunità. Qualcuno di loro si è già inserito come volontario nei centri di ascolto, qualcun altro è custode di chiese, a partire dalla cattedrale, e qualche giovane è in seminario. Dobbiamo lavorare insieme per preparare le basi per una società che sia multirazziale, capace di convivere in pace. Una capacità di conoscere nel fenomeno migratorio un’occasione provvidenziale, un appello ad un mondo più fraterno e solidale altrimenti anche celebrare il Natale diventa arduo, impossibile”.

 

UN PO’ DI NUMERI

A l 1° gennaio sono più gli italiani che vivono all’estero, 6,1 milioni, che i cittadini stranieri residenti in Italia, 5,3 milioni, il 9% della popolazione residente, di cui 200 mila hanno conseguito la cittadinanza nel 2023.

In Umbria gli stranieri residenti sono 89.737, il 10,5% della popolazione, con un incremento dell’1,3% rispetto al 2023, e sono prevalentemente di religione cristiana.

Gli alunni con cittadinanza non italiana sono 16.724, il 14,6% della popolazione scolastica, il 69,9% nato in Italia (dato superiore alla media nazionale 65,4% e secondi solo al Veneto).

Le prime cinque nazionalità di provenienza dei “nuovi” umbri sono: romena (22.530); albanese (10.692); marocchina (8.949); ucraina (5.063); macedone (3.087).