
Marzo 2020. La pandemia di Covid-19 diffonde smarrimento e solitudine. La paura del contagio isola ed estranea. Il virus separa a forza vite e affetti. L’impotenza imprigiona nella sensazione di essere abbandonati e perduti.
Quell’emergenza imprevista e gravissima non ha impedito agli operatori sanitari di esporsi con generosità a ritmi di lavoro stressanti, che ne hanno travolto la vita familiare e messo in gioco la stessa incolumità.
Soprattutto a loro è dedicato il monumento che oggi, a Perugia, campeggia sull’area verde adiacente il Poliambulatorio di Piazzale Europa. Dalla crepa che squarcia il cuore s’apre uno scenario imbrattato dal sangue di quanti – a partire dal dott. Stefano Brando – hanno impegnato la vita nel soccorso delle persone malate.
La memoria di quanto è avvenuto ci consegna la responsabilità di tutelare un sistema sanitario pubblico che sia in grado di prendersi cura di ciascuno, assicurando respiro e dignità. A prescindere dal reddito o dall’età anagrafica.
don Ivan, Vescovo
(Il Maestro Lorenzo Fonda tra i dottori Gianluigi Rosi e Attilio Solinas)