Ha bisogno di essere presentato l’Arcivescovo Gualtiero Bassetti, da ieri Cardinale di Santa Romana Chiesa, mentre rivestito della porpora, per la prima volta entra nella sua e vostra cattedrale?
Da più di quattro anni è vostro pastore e così voi avete fatto esperienza diretta della semplicità e immediatezza del suo incontro, della dedizione e simpatia con cui si mette al servizio di tutti, della attenzione premurosa, previdente e coraggiosa con cui guida il cammino di questa bella Chiesa che è la Chiesa di Perugia-Città della Pieve. I sacerdoti anziani e giovani, i laici uomini e donne, le famiglie e le singole persone, i consacrati e le consacrate della vita religiosa riconoscono in lui un padre e fratello, un amico e compagno di strada, una guida che non molla la presa, un sostenitore di quanti vacillano, un custode della speranza che non delude, un uomo, un cristiano, un vescovo che mai si arrende nell’incontrare l’umanità e continuamente indica le orme del Maestro, il Signore Gesù, che sempre ci precede in Galilea.
Rendendomi conto con gioia della vostra stima e del vostro affetto verso il Card. Gualtiero, io, vecchio vescovo di Firenze, secondo l’espressione evangelica ormai molto avanzato in età, non mi meraviglio.
Ripenso agli anni del Seminario Minore, quando sono stato suo vicerettore; ripenso a quando è stato Rettore del Seminario Maggiore Arcivescovile di Firenze e ha sostenuto con entusiasmo la svolta pastorale del Card. Giovani Benelli, ripenso ai più di cento sacerdoti che come Rettore ha presentato per l’Ordine Sacro e a come mi è stato al fianco quale vicario generale in un cammino pastorale, che, soprattutto per via del Sinodo diocesano, era fortemente guidato dalla Parola di Dio.
Ripenso alla sua consacrazione episcopale nella basilica di San Lorenzo per la Natività di Maria del 1994 e il suo lavoro episcopale nella diocesi di Massa Marittima-Piombino, per passare poi con la prontezza dell’obbedienza che lo caratterizza alla Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, dove ha lavorato con intensità, intelligenza e tatto e, poco più di dieci anni dopo, eccolo lasciare la Toscana e venire nella regione Umbra, che custodisce in maniera così forte l’impronta francescana e a cui il Santuario della Verna l’aveva ben preparato.
Quando io sono stato fatto Cardinale, ho dichiarato con convinzione sincera che io avevo ricevuto la porpora “propter sedem, non propter sedentem” (cardinale per via della sede, Firenze sede storicamente cardinalizia, non per meriti o capacità personali).
Nel caso del vostro arcivescovo, la designazione è “non propter sedem, sed propter sedentem”: dunque, non per via della sede (Perugia non è sede cardinalizia; anzi l’Arcidiocesi di Perugia non aveva un cardinale da 161 anni, dal momento che l’ultimo era stato Gioacchino Pecci che poi fu Papa Leone XIII). Ma per la persona che siede oggi sulla cattedra di questa Chiesa locale.
Il settimanale “Toscanaoggi” ha dato la notizia col titolo “Monsignor Gualtiero Bassetti, il cardinale “a sorpresa”. Il Papa Francesco accompagna il cammino della Chiesa regalando tante sorprese con gesti e scelte che accendono la gioia dei cuori e aprono cammini di speranza nel mondo: e questa è una sorpresa non piccola, per la vostra regione e per la Chiesa italiana.
Papa Francesco per via del nome e della scelta dei poveri è legato particolarmente alla vostra terra, illuminata dalla memoria sempre vivissima di San Francesco d’Assisi.
Per via della nomina a Cardinale dell’arcivescovo di Perugia, unico Cardinale dell’Umbria, la vostra terra è, ora, legata particolarmente al Vescovo di Roma, successore di San Pietro, che presiede alla carità di tutte le Chiese che sono nel mondo.
Il vestito rosso porpora dei cardinali richiama l’amore, il sangue, il fuoco dello Spirito Santo.
Indicazione precisa dell’impegno di accompagnare e sostenere in profonda comunione di affetto e di vita l’amore del Vescovo di Roma per tutti i discepoli del Signore, dovunque si trovino, qualunque lingua parlino, a qualunque cultura e tradizione appartengano. Un amore che non è fatto di parole, chiuso in dei momenti, limitato a dei gesti, ma è donazione di vita, partecipazione alle croci degli uomini in cui continua la croce del Signore, versamento quotidiano del proprio sangue per dire amore sino alla fine.
Nella certezza che lo Spirito che vivifica e santifica tutto l’universo è, in questo servizio, particolarmente presente, conducendo la Chiesa e tutti gli uomini verso la pienezza della verità che è lo stesso Gesù Cristo, nostro Signore.
È a Lui che, anche per il Cardinal Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, noi rendiamo lode e facciamo rendimento di grazie.
Card. Silvano Piovanelli
Arcivescovo emerito di Firenze