L’impossibile neutralità

Displaced Palestinians move with their belongings southwards on a road in the Nuseirat refugee camp in the central Gaza Strip as smoke billows during Israeli strikes in Gaza City on September 14, 2025. (Photo by Eyad BABA / AFP)

“Non c’è futuro basato sulla violenza, sull’esilio forzato, sulla vendetta. I popoli hanno bisogno di pace: chi li ama veramente, lavora per la pace”.

Alle parole del Papa fanno eco quelle delle Chiese che sono in Italia nel chiedere con forza che a Gaza cessi ogni forma di violenza contro un’intera popolazione, schiacciata dall’offensiva dell’esercito israeliano e dalla pressione del terrorismo di Hamas.

L’urgenza della pace vive della fede condivisa che “c’è un solo Padre e voi siete tutti fratelli” (Mt 23,8-9). In una cultura che ripropone l’idea che ci sono persone “che contano” e altre “che non contano niente”, ci sentiamo chiamati a ribadire – con le nostre scelte di vita – che “quanto vale l’uomo davanti a Dio, tanto vale e non di più” (s. Francesco).

Con questa convinzione accogliamo l’appello di Papa Leone a dedicare il mese di ottobre al Rosario per la pace. La sera di sabato 11, alla vigilia della Marcia Perugia-Assisi e nell’anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, vivremo una Veglia in cui farci voce anche di chi non ne ha.

don Ivan, Vescovo