«L’Intelligenza artificiale (IA), in quanto innovazione umana, è un qualcosa che l’uomo può mettere a terra e che gestisce lui. La prima domanda che ci poniamo attraverso l’IA non è sulla macchina in sé, ma sull’uomo e sulla sua volontà. Questo ci mette di fronte al fatto che non c’è un nemico macchinico da temere, ma semplicemente un qualcosa da gestire». A sottolinearlo è stato padre Paolo Benanti nel relazionare all’incontro di formazione permanente per presbiteri e diaconi dell’Arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve tenutosi nel capoluogo umbro, il 19 dicembre, sul tema “Le sfide delle Intelligenze Artificiali”, molto interessante e partecipato.
L’IA è da gestire perché non è priva di problemi, ha commentato padre Benanti nel parlare di «sfideۚ». Innanzitutto, ha precisato, «la sfida è quella di fare della stessa IA non un qualcosa che amplifica le disuguaglianze, ma qualcosa che ci aiuta a ricomporre la fraternità umana. Con questa sfida si declinano una serie di elementi della contemporaneità che in qualche misura devono caratterizzare anche l’agire pastorale della Chiesa». Insomma, ha aggiunto il francescano, «aiutare le persone a capire quali sono gli strumenti, come si usano, quali sono le sfide e contribuire alla ricerca del bene comune».
Soffermandosi sulla necessità o meno di una “regolamentazione” dell’IA, facendo l’esempio dell’invenzione delle auto la cui circolazione ha portato all’approvazione del Codice della Strada, ha detto: «quando questi elementi dell’IA saranno maggiormente chiari, sarà il caso che gli stessi si condensino non solo in indicazioni di coscienza, ma anche in dispositivi normativi per garantire che ci sia la loro migliore gestione possibile».
Riguardo al rapporto dell’IA con l’imminente Giubileo, padre Benanti ha sostenuto che «tutto ciò che accade nel digitale è ormai connesso all’IA, tutto ciò che è del Giubileo accadrà nel digitale sarà toccato anche da questo strumento. Non ci sarà mai un Giubileo dell’IA, perché l’IA non è una persona, ma i pellegrini potranno, forse, essere aiutati nel loro pellegrinaggio anche da questi strumenti».
Invitato a Perugia dall’arcivescovo Ivan Maffeis, il francescano teologo Benanti, romano di nascita (classe 1973), è umbro di adozione vivendo l’anno di prova e il noviziato nel convento di Massa Martana, a partire dal 1999, per poi indossare il saio del Terzo ordine regolare di San Francesco (2001), emettere la professione solenne nel 2007 e ricevere l’ordinazione sacerdotale nel 2009. Dieci anni più tardi viene nominato ministro provinciale della Provincia religiosa di San Francesco d’Assisi. Frequenta l’Istituto Teologico di Assisi (ITA) e consegue il dottorato di Teologia Morale (2012) presso la Pontificia Università Gregoriana dove oggi insegna. È docente anche presso l’Università di Seattle (Usa) ed è consigliere di papa Francesco sui temi dell’IA e dell’etica della tecnologia. È consigliere della Penitenzieria Apostolica, membro ordinario della Pontificia Accademia per la Vita e consultore del Dicastero per la Cultura e l’Educazione della Santa Sede. Dal 2023 è membro italiano del Comitato dell’IA dell’ONU e dal gennaio 2024 è presidente della Commissione sull’IA per l’informazione del Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, la cosiddetta “Commissione algoritmi”.