Le parole dell’amore vero

Una fede profonda nella natura trascendente di ogni uomo e donna

«Prima che la mia anima mi parlasse, l’amore, in me, era come un filo sottile teso tra due ganci. Ma oggi l’amore è diventato un’aureola, il cui inizio è la fine e la cui fine è l’inizio. Circonda ogni essere e si estende lentamente ad abbracciare tutto ciò che sarà.»

Nato in Libano nel 1883 e immigrato undicenne negli Stati Uniti, dove visse la maggior parte della sua breve esistenza e scrisse le opere più significative (tra cui Il Profeta), Kahlil Gibran è molto noto (forse troppo) per una vena mistico-intimista, a volte male interpretata, che da oltre un secolo lo conduce a essere citato, con gran successo di pubblico, nei contesti più diversi.

Una nuova antologia dei suoi scritti, appena uscita per le Edizioni Paoline con il titolo Le parole dell’amore (a cura di Isabella Farinelli), ne ridisegna il perimetro facendo emergere aspetti di impegno e responsabilità resi più evidenti dalla drammatica attualità dei femminicidi.

Segnato dai conflitti che prendevano a pretesto le appartenenze religiose, volutamente equidistante dalle relative istituzioni, Gibran maturò un personale cammino spirituale basato su una fede profonda nella natura trascendente di ogni uomo e donna. Da qui la ricerca dell’amore autentico, che per sua natura si indirizza oltre l’esistenza terrena. Ne discende anche la sua concezione dell’amicizia, del matrimonio, del rapporto genitori-figli e di ciò che attiene ai grandi temi dell’esistenza: gioia e dolore, leggi e libertà, colpa e castigo, merito e gratuità…

Questo «amore» ampio, aperto all’accoglienza e raramente giudicante, consente di scorgere Dio chinarsi verso ognuno, lo sguardo efficace che aiuta a rialzarsi e ripartire in ogni situazione.

Un posto speciale è riservato al rispetto reciproco, in particolare dei sentimenti e della condizione femminile. «L’amore non possiede e non vuol farsi possedere», «Datevi il cuore ma non in pugno», «E non pensare di poter dirigere i passi dell’amore»: sono alcune delle frasi (che ritroveremo in questa antologia) con cui Il Profeta invita a non considerare mai l’altro – l’altra – come un possesso, ma come un dono, nel grande circuito della divina libertà.

 

Foto: Kahlil Gibran in un ritratto fotografico di Fred Holland Day (New York, The Metropolitan Museum of Art).