
Il libro Il vocabolario della fraternità nasce dal cuore della Fondazione Fratelli Tutti, il cui logo viene proposto come immagine di copertina: le pietre del colonnato del Bernini vengono sostituite con delle persone così da immaginare che da Piazza San Pietro parta un abbraccio verso tutto il mondo, che fondi un’esperienza di comunità, come è stato per la realizzazione di questo libro, scritto da persone diverse per generazione, esperienze di vita, nazionalità e cultura. Il libro, infatti, raccoglie 365 parole commentate ognuna da una persona diversa: premi Nobel, cariche politiche, manager affermati, professori, o persone semplici che avessero qualcosa da testimoniare e raccontare.
Le 365 parole possono diventare una parola per giorno, dalla parola abbraccio alla parola zero. Tra le più significative ricordiamo la parola Zero commentata da Muhammad Yunus, primo ministro del Bangladesh e premio Nobel per la pace nel 2006 per la sua idea di microcredito a favore dei più svantaggiati; per lui la parola zero dovrebbe significare zero povertà, zero disoccupazione e zero emissioni nette di carbonio. A Marta Cartabia, ex ministro della Giustizia, è affidata la parola Riparazione, che dice basarsi sulla giustizia in opposizione alla vendetta; Gemma Capra Calabresi ci testimonia il suo cammino umano teso alla parola Riconciliazione; Jody Williams, premio Nobel per la pace nel 1997, descrive la parola Disarmo chiedendosi cosa ci permette di disarmare profondamente il nostro cuore.
Vocabolario della fraternità, come dichiarato dallo stesso autore e segretario generale della Fondazione Fratelli Tutti, si pone “il compito di ispirare i lettori a un percorso di crescita interiore e a un’apertura verso la fraternità e tutto ciò che di buono e umano esiste“, seguendo le buone intenzioni di chi ancora oggi usa la parola per comunicare qualcosa di sé e un significato che ci supera e ci umanizza.
A cura della Libreria delle Volte