
«Sicurezza e Dignità del Lavoro: Custodire la Persona, Servire il Bene Comune»: ha un peso enorme ogni singola parola del titolo che è stato dato all’incontro in programma venerdì 6 giugno, alle 17.30, nel salone San Francesco del convento di San Francesco al Monte (Monteripido, Perugia), organizzato da Pastorale sociale e del Lavoro dell’arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve.
Intervengono: Mario Formisano, sostituto procuratore Procura della Repubblica di Perugia; Federico Malizia, presidente della sezione Perugia di Confindustria Umbria; Riccardo Marcelli, segretario regionale CISL Umbria. Modera: Carlo Cerati, diacono, direttore della Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi.
Porta i saluti istituzionali mons. Simone Sorbaioli, vicario generale; danno il loro patrocinio Regione Umbria, Cisl Umbria, Confindustria Umbria e Convento Monteripido.
Un tema di scottante attualità, non solo per i tanti casi di rilievo che registra la cronaca, ma perché la sicurezza sul lavoro, intrecciata alla custodia della persona, della sua dignità e dei valori essenziali della vita, intesse la quotidianità di ciascuno, nonché la sua storia.
La Chiesa si sente profondamente partecipe di questo gigantesco tema, di cui si possono ripercorrere i passi, all’inizio della modernità, nell’enciclica Rerum Novarum, tornata oggi alla ribalta con i richiami espliciti del neoeletto pontefice Leone XIV.
Meno noto il fatto che il suo illustre predecessore Leone XIII (Gioacchino Pecci) aveva mosso i primi passi di questa presa di coscienza nelle campagne umbre, dove lo vedevano piuttosto spesso le visite pastorali (e informali) che compì in qualità di vescovo di Perugia dal 1846 al 1878. Ad aprire i suoi orizzonti poté anche contribuire l’esperienza della nunziatura in Belgio.
Il testo integrale dell’enciclica, promulgata il 15 maggio 1891, merita oggi di essere riletto e soppesato, anche perché si considera il caposaldo della dottrina sociale della Chiesa. Il pontefice entra coraggiosamente in un tema “scottante” (non fu il solo per lui), non con un blando pietismo, ma affrontando la forte polemica sociale innescata dall’accelerazione del progresso tecnologico. E cercando soluzioni concrete, razionali e condivise, alla luce della fede e della carità ma additando senza timore le responsabilità dei singoli e delle istituzioni.
In allegato: la locandina dell’evento.