La solennità del Santo patrono Ercolano, vescovo e martire, defensor civitatis

La Chiesa di Perugia, domenica 8 novembre, celebrerà la festa liturgica di sant’Ercolano, vescovo e martire, defensor civitatis, patrono della città e dell’Università, nel rispetto delle norme sanitarie per prevenire il contagio da Covid-19.

Due le celebrazioni eucaristiche in onore del Santo patrono: la prima, alle ore 10.30, nella chiesa di Sant’Ercolano, presieduta dal rettore don Francesco Benussi e animata dal gruppo vocale “I Madrigalisti di Perugia”, a cui parteciperanno i rappresentati delle Istituzioni civili della città e della benemerita opera laica di carità del “Sodalizio di San Martino”, proprietaria del luogo di culto intitolato al Santo patrono; la seconda, alle ore 19.15,  presso la  chiesa nell’Università degli Studi, presieduta da don Riccardo Pascolini, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale universitaria, con la partecipazione di studenti.

«Pur nella consapevolezza del difficilissimo periodo del Covid-19 – commenta il direttore della Pastorale universitaria –, quella di Sant’Ercolano è sempre una festa che si caratterizza per il suo richiamo importante alle origini civili e religiose della comunità perugina. Dalla testimonianza di fede e di defensor civitatis del vescovo e martire Ercolano, anche e soprattutto in questo particolare momento, attingiamo quella forza e quella speranza per affrontare al meglio, come uomini e come cristiani, il nostro presente e il nostro futuro, come ci ha sempre esortato a fare il nostro cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti. Egli sarà spiritualmente con noi nelle celebrazioni, dove continueremo a pregare per lui, per tutti i malati e per gli operatori sanitari che si prendendo cura di loro nel tempo del Covid-19».

Al termine della celebrazione eucaristica nella chiesa dell’Università, «sarà consegnata, a ciascun laureato che ha terminato gli studi nel corso dell’anno, una lampada della fede e dell’intelletto – annuncia don Riccardo Pascolini –, simbolo di una luce che viene dalla loro esperienza culturale e spirituale, portata poi negli spazi della loro vita a beneficio della comunità in cui svolgeranno la loro professione».