«La vitalità della Chiesa si basa su quel principio che possiamo riprendere dal Vangelo di questa domenica, quando Gesù dice a Pietro: “Mi ami più di costoro?”. Il potere nella Chiesa e di noi vescovi è un servizio e soprattutto è la custodia del gregge di Dio che Lui stesso ci affida». Con queste parole il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, ha introdotto la solenne celebrazione eucaristica di saluto all’arcivescovo eletto di Lucca mons. Paolo Giulietti, che farà ingresso nella diocesi toscana domenica prossima 12 maggio, e di accoglienza-benvenuto al nuovo vescovo ausiliare e vicario generale mons. Marco Salvi. Una celebrazione, tenutasi nel tardo pomeriggio di domenica 5 maggio nella cattedrale di San Lorenzo di Perugia, avvolta da un’atmosfera di festa e di gioia, ma anche da tanta commozione, che ha visto concelebranti l’arcivescovo emerito Giuseppe Chiaretti, i vescovi umbri Domenico Cancian di Città di Castello, Gualtiero Sigismondi di Foligno, Benedetto Tuzia di Orvieto-Todi, Mario Ceccobelli, emerito di Gubbio, l’abate benedettino emerito dom Giustino Farnedi e l’arcivescovo toscano Riccardo Fontana di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, Diocesi dove mons. Salvi è nato 65 anni fa ed è stato parroco di Anghiari fino alla sua ordinazione episcopale avvenuta lo scorso 31 marzo.
Centinaia di fedeli hanno gremito la cattedrale per salutare mons. Giulietti, che mancherà a tanti perugini che l’hanno visto crescere per le vie della città seguendolo verso la chiamata al sacerdozio prima (ha ricevuto l’ordinazione presbiterale il 29 settembre 1991) e all’episcopato poi (è stato ordinato vescovo il 10 agosto 2014, ad appena 50 anni di età). Mons. Giulietti è stato una guida spirituale e un punto di riferimento per molti fedeli, soprattutto giovani.
In cattedrale era rappresentata l’intera Archidiocesi non solo per i sacerdoti giunti un po’ da tutte le parrocchie, ma anche per la presenza di una rappresentanza dei cori delle sette Zone pastorali che hanno animato la liturgia dando il loro caloroso benvenuto a mons. Salvi, simbolicamente accompagnato nella Chiesa di Perugia-Città della Pieve da alcune centinaia di suoi amici e parrocchiani arrivati da Anghiari, Sansepolcro e dintorni. Questi gli hanno dedicato un numero speciale del loro periodico, L’Oratorio d’Anghiari, distribuendo in San Lorenzo 800 copie. E’ un “biglietto da visita” del neo vescovo Salvi di un certo spessore, non per le sue 40 pagine, ma perché raccoglie testimonianze di sacerdoti e laici che tracciano la personalità non comune di un uomo e di un pastore che ha sempre “preso il largo”, come recita il suo motto episcopale – “Duc in Altum” -, insegnando a giovani e adulti a non fermarsi dinanzi alle sconfitte della vita. Attraverso queste testimonianze i perugino-pievesi e non solo, potranno conoscere più approfonditamente questo pastore chiamato da papa Francesco ad affiancare, nel ministero episcopale, il cardinale Bassetti.
Il presidente della Cei, che il prossimo 8 settembre celebrerà il 25° di episcopato e il 4 ottobre successivo i primi dieci anni di guida dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, rivolgendosi nell’omelia a mons. Giulietti e a mons. Salvi, ha detto: «È, per me, un giorno di grande emozione e, direi, di commozione. A Don Paolo sono legato da vincoli di profondo affetto, maturati in questi anni di guida della Chiesa perusino-pievese, e da sentimenti di riconoscenza per il tanto lavoro svolto, in momenti anche non facili. A Don Marco mi legano altresì vincoli di affetto e collaborazione per gli anni trascorsi ad Arezzo. Entrambi abbraccio e saluto con cuore di padre».
Nel commentare il brano evangelico di Giovanni “Pasci le mie pecore”, che «richiama storicamente il ministero petrino», ha sottolineato il cardinale, «esso può essere esteso alla missione di ogni vescovo, chiamato a reggere e a pascere una porzione del gregge di Dio. Si riferisce pertanto anche a noi, fratelli nell’episcopato. Si riferisce stasera in particolar modo ai vescovi Paolo e Marco che iniziano la loro nuova missione. È il Signore Gesù che vi ripete: «Mi amate più di costoro?». È l’amore totale e incondizionato a Cristo Signore che rende capaci e degni di pascere il gregge. È da Lui che sgorga la forza, la passione, l’esempio. Egli attende i discepoli sulla riva del lago con il fuoco acceso e il cibo pronto, come fa il servo. Allo stesso modo, Egli si china sui discepoli per lavare loro i piedi. È sempre Lui che li sferza quando pretendono, umanamente, i primi posti: «Il primo tra di voi sarà il servo di tutti» (Mc 45)».
«Carissimi Vescovi Paolo e Marco – ha proseguito il cardinale –, a voi questa Parola è familiare; l’avete vissuta e testimoniata nella vita con anni di attaccamento al Signore e di amorevole servizio al Suo popolo. Di questo siamo qui a ringraziarvi e a sostenervi per gli impegni futuri, con la nostra preghiera e il nostro affetto, che non vi faremo mai mancare. Carissimo Vescovo Paolo, è a te che mi rivolgo per primo. Già ho avuto modo di esprimerti il mio ringraziamento e, con me, lo hanno fatto tante comunità parrocchiali ed ecclesiali che hai visitato in queste ultime settimane. Stasera, è l’intera Arcidiocesi che ti ringrazia, ti saluta, ti abbraccia. Sei stato scelto ora per guidare la Santa Chiesa di Dio che è in Lucca. Sappiamo che hai le qualità e le capacità per farlo. Ti accompagniamo con affetto e saremo con te, domenica prossima, quando prenderai possesso della tua cattedra».
Rivolgendosi al suo nuovo vescovo ausiliare, il cardinale Bassetti ha detto: «Carissimo Vescovo Marco, è giunto il giorno del tuo arrivo a Perugia. Sarai assieme a me pastore dell’amata porzione del gregge di Cristo che è la Chiesa di Perugia-Città della Pieve. Per tanti anni sei stato mio prezioso collaboratore quando ho guidato l’indimenticabile comunità di Arezzo-Cortona-Sansepolcro. Posso assicurarti che in questo periodo di attesa i nostri sacerdoti e i fedeli hanno pregato per te. Ringrazio il Signore e il Santo Padre per il dono della tua persona. Sono molto grato al fratello vVescovo Riccardo, che si è privato di un membro qualificato e stimato del suo presbiterio. Grazie don Marco, carissimo figlio, per aver accettato la dignità e la missione di vescovo ed aver di nuovo pronunciato il tuo «eccomi», come nel giorno della tua ordinazione al presbiterato. Troverai un clero desideroso di fare comunione con i suoi pastori, che anche mediante il tuo aiuto continuerà a spendersi per Cristo e per il bene della gente. Troverai laici consacrati, famiglie che si consumano nella carità per il Regno di Dio, e insieme incontrerai tanti anziani, malati e sofferenti, poveri di ogni appartenenza che sanno offrire con fede le loro croci. Troverai tante persone disposte a prestarti collaborazione affinché Gesù sia conosciuto e amato e la società possa essere animata dalla forza del Vangelo».