La penna di Albino Luciani

Non esortazioni apostoliche né encicliche sono state il lascito di Giovanni Paolo I (1912-1978), ma un testo colloquiale e squisitamente letterario, Illustrissimi, la cui quarta edizione esce nel 1978 con la revisione e l’imprimatur papale siglato pochi giorni prima della morte.

Emblema di una formazione vastissima e della scelta del sermo humilis, di dialogo tra le carte e i libri dell’Archivio privato e della sua Biblioteca, le lettere immaginarie di Albino Luciani, grazie al lavoro sulle fonti escono per la prima volta con la loro genesi in edizione critica.

Il libro viene presentato venerdì 17 maggio, alle 17, a Venezia dal Card. J. Tolentino de Mendonça.

Si tratta di quaranta lettere immaginarie destinate a un caleidoscopio di personaggi storici e biblici, ignoti pittori, santi e persino un orso, autori reali di epoche e letterature diverse, personaggi del mito classico o fittizi in un sorprendete piegarsi di citazioni scritturali e patristiche alle voci vive e idiomatiche dei personaggi delle commedie di Goldoni o di Moliére, o quelle ancora di dottori della Chiesa ai personaggi di Rabelais o di Cervantes.

Così la voce di san Tommaso d’Aquino si trova unita a quella di Gargantua, quella di sant’Agostino a Sancio Panza o quella di Francesco di Sales a Pinocchio. Un interattivo mescolarsi di erudizione e chiarezza, sacro e profano, tanto naturalità da far sì che il lettore quasi non s’accorga dell’inaspettata teologia a base di code e di schiene di elefante tratte dalle favole di Tolstoj, come nella lettera a Gioachino Belli o del disinvolto incedere di san Bernardino da Siena a braccetto con la scrittrice statunitense Willa Cather e il suo romanzo Shadows on the Rock.

 

Albino Luciani – Giovanni Paolo I, Illustrissimi. Lettere immaginarie, edizione critica a cura di Stefania Falasca, prefazione del card. José Tolentino de Mendonça, edizioni Messaggero Padova, Padova 2023, pp. 507.