“Non siamo ancora al collasso con l’accoglienza di profughi provenienti dall’Ucraina messa a durissima prova dalla guerra. Quanti sono già arrivati vengono ospitati da familiari e amici residenti da tempo in Umbria”. A precisarlo è il direttore della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve don Marco Briziarelli, che opera in stretto contatto con la comunità ucraina di rito greco-cattolico di Perugia, guidata dal cappellano don Basilio Hushuvatyy, e con le Istituzioni civili locali preposte in materia.
“Stiamo assistendo a una vera e propria gara di solidarietà e condivisione umana e cristiana non solo messa subito in atto dalla comunità ucraina presente nella nostra regione (conta circa 5mila persone, n.d.r.) – commenta il direttore della Caritas –, ma dalle nostre famiglie perugine. Nelle ultime 24 ore, dopo le interviste rilasciate ai media locali, ho ricevuto venti telefonate di persone disposte a mettere a disposizione parzialmente o totalmente propri alloggi per accogliere quanti fuggono dall’Ucraina. Un gesto che ci conforta molto e ci dà speranza per affrontare, Dio non voglia, un esodo ancora più biblico da questo Paese amico che sta vivendo un vero e proprio martirio. Come ha ricordato oggi (1 marzo, n.d.r.) il cardinale Bassetti nell’introdurci al ‘tempo forte’ della Quaresima, sono anche questi i gesti di carità da compiere, uniti alla preghiera e al digiuno penitenziale, per prepararci come figli di Dio ad accogliere nel nostro cuore il mistero della salvezza che ci giunge dalla Pasqua di Risurrezione. Significativa è anche la veglia diocesana di preghiera per la pace, indetta dal nostro cardinale, venerdì 4 marzo, alle ore 21, nella cattedrale di Perugia, a cui tutti siamo chiamati ad intervenire con lo spirito del Vangelo: “Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio” (Mt 5,9).
L’accoglienza messa in campo dalla Chiesa diocesana di Perugia-Città della Pieve, spiega sempre don Marco Briziarelli, “è duplice. Una è affidata alla nostra Caritas, presso alcune delle sue strutture di ospitalità, già ‘collaudate’ durante l’emergenza acuta della pandemia, e negli alloggi messi a disposizione da perugini, che possono accogliere nel medio periodo alcune decine di nuclei familiari (sono soprattutto donne e minori). L’altra è gestita dall’altrettanto collaudato ‘Progetto diocesano per l’accoglienza di richiedenti protezione internazionale’, che si occuperà di ospitare gli ucraini segnalati dalla Prefettura di Perugia”.
“Grazie alla professionalità e alla preparazione di diversi operatori e volontari Caritas e non solo, siamo certi, come è avvenuto in passato – penso all’emergenza umanitaria a seguito della guerra in Kosovo nel 1999 -, saremo in grado di offrire, come comunità ecclesiale, una dignitosa accoglienza a quanti ce lo chiederanno”.
“Il ‘Progetto diocesano per l’accoglienza di richiedenti protezione internazionale’ – spiega il responsabile, don Riccardo Pascolini – è affidato alla società cooperativa ‘Unitatis Redintegratio’, da sessant’anni impegnata in attività di ospitalità di persone estere in gravi difficoltà. Questa realtà si è impegnata, qualora l’emergenza lo richiedesse, a dare ospitalità ad almeno 40 profughi ucraini. Attualmente sta accogliendo cento persone di nazionalità prevalentemente africana e asiatica”.
Inoltre, annuncia il direttore della Caritas don Briziarelli, “anche la nostra comunità diocesana, attraverso le parrocchie e i centri Caritas parrocchiali, è invitata a sostenere, con raccolte di denaro, i progetti messi in campo dalla rete internazionale della Caritas in collaborazione con la Caritas italiana (www.caritas.it)”.